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L'autostazione di Cosenza

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COSENZA – Un ragazzo, di circa 17 anni, è stato accerchiato da un gruppo formato da una quindicina di coetanei: spalle al muro della corsia dell’autostazione, dove si trovava in attesa dell’autobus per tornare a casa all’uscita da scuola, dal branco è stato bullizzato e minacciato di morte. E probabilmente sarebbe bastato poco per passare dalle parole ai fatti, se non fosse stato per l’intervento provvidenziale di un gruppo di passeggeri – diretti anch’essi nel piccolo centro del Tirreno cosentino in cui risiede lo studente – che lo hanno aiutato a fuggire e a cercare riparo a bordo dell’autobus.

Una spirale violenta interrotta soltanto quando Francesca, testimone dell’aggressione, ha allertato telefonicamente il 112 per informare i carabinieri di quanto stava accadendo proprio davanti ai suoi occhi. A capo del branco di bulli, una ragazza di Cosenza, compagna di scuola della vittima, che fino all’ultimo ha cercato di intimidire il ragazzo bullizzato dandogli appuntamento al giorno successivo con un laconico “tanto non scappi”. I ragazzi che erano insieme a lei provengono tutti dall’hinterland cosentino e non pare avessero alcun legame con il malcapitato. I carabinieri li avrebbero già identificati e nei prossimi giorni saranno ascoltati per rendere la loro versione dei fatti. Informati dell’accaduto anche i carabinieri della Stazione di Diamante guidati dal maggiore Danilo Guidi, che espleteranno le indagini per quanto di loro competenza relativamente al contesto di provenienza del ragazzino.

«Era terrorizzato – racconta Francesca, raggiunta al telefono -, aveva il viso pallido e sudava freddo. Durante il viaggio abbiamo cercato tutti di rassicurarlo, io personalmente, da mamma, ho fatto quello che avrebbe dovuto fare chiunque e cioé avvisare immediatamente le forze dell’ordine, perché vedere un ragazzo di quell’età spaventato a morte lacera il cuore. Tutti hanno il diritto di andare a scuola tranquilli e senza temere per la propria incolumità».

Da quanto si apprende, i genitori del ragazzo avrebbero formalizzato denuncia. Non sarebbe la prima volta, tra l’altro, che viene preso di mira dai bulli: dietro le aggressioni ai suoi danni potrebbero celarsi motivi razziali, dal momento che le sue origini non sono italiane. Ma su questo aspetto saranno le indagini a far luce. Per intanto, le forze dell’ordine rafforzeranno i controlli proprio nell’area dell’autostazione, ancora una volta teatro di un episodio spiacevole e dai contorni violenti, e garantiranno la sicurezza nel tragitto da e verso l’istituto scolastico frequentato dal ragazzo.

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