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COSENZA – La Polizia di Stato di Cosenza, su disposizione della Procura della Repubblica, ha eseguito 20 ordinanze di misure cautelari (5 in carcere, 10 agli arresti domiciliari e 5 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina, hashish e marijuana, estorsione come conseguenza dell’attività di spaccio e detenzione abusiva di armi.

I cinque finiti in carcere sono Daniele Perri (classe 1988), Carmelo Airano (1967), Ippolito De Rose (1986), Stefano Casole (1985) e Italo Garrafa (1995). Questi i nomi degli altri indagati:

  1. Daniel De Rose (2002)
  2. Rosa Mortoro (2000)
  3. Michele De Rose (1976)
  4. Anna Chiuca (1978)
  5. Alex Serafini (1996)
  6. Stefano Noblea (2001)
  7. Regep Berisa (alias Valentino, 1993)
  8. Toni Berisa (1996)
  9. Emiliano Chiuca (1976)
  10. Pierpaolo Tosti (1975)
  11. Valeria Del Popolo (1965)
  12. Sebastian Berisa (2000)
  13. Antonio Meduri (1996)
  14. Annamaria Catanzaro (1991)
  15. Claudio Biesuz (1981)
  16. Paolo Recchia (1968)

L’operazione, denominata convenzionalmente “Pressing”, è l’epilogo di un’intensa attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile cosentina. Gli indagati, in un periodo di circa 12 mesi, hanno posto in essere un sistematico smercio di stupefacenti in città e nel suo hinterland. Circa 200 i capi d’imputazione formulati dalla Procura.

Le indagini, inoltre, hanno consentito di individuare diverse piazze di spaccio a Cosenza, tra via Popilia, centro Storico e autostazione, e che gli indagati, organizzati in rete, erano pronti, alla bisogna, di rifornirsi di droga reciprocamente al fine di soddisfare le richieste della propria “clientela” ampiamente diversificata e di diversa estrazione sociale. La capacità di alcuni indagati di attuare la propria forza intimidatrice è perfino degenerata, in qualche occasione, in violente aggressioni fisiche.

Gli indagati, nella loro attività, hanno in qualche caso pure coin volto i familiari, costretti a subire, oltre al dramma dello stato di tossicodipendenza del proprio congiunto, anche quello della paura di conseguenze gravi derivanti dalle minacce a loro rivolte.

La pericolosità di alcuni indagati è stata altresì circostanziata dall’accertata detenzione e porto illegale di armi, mentre altri, pur trovandosi agli arresti domiciliari, hanno continuato l’attività di spaccio avvalendosi anche dell’aiuto dei familiari che, all’occorrenza, diventavano preziosi collaboratori nelle cessioni di droga e nel recupero crediti.

Sequestrati oltre 8 chilogrammi di marijuana, grammi 200 cocaina, 1,5 chilogrammi di hashish e diversa eroina, materiale per la pesatura ed il confezionamento.

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