Il carcere di Paola
2 minuti per la letturaPAOLA (COSENZA) – “Un sovrintendere di polizia penitenziaria è stato picchiato da un detenuto ieri”. Lo ha denunciato Damiano Bellucci, segretario per la Calabria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). “Un gruppetto di detenuti, atteggiandosi con modi delinquenziali, pretendeva di far spostare di sezione due detenuti di origine africana a loro non graditi. Prima aggredivano verbalmente con sputi i due africani, successivamente, intervenuto il sovrintendente per ripristinare l’ordine, un detenuto ha aggredito il poliziotto della penitenziaria con schiaffi e imponendosi con fare mafioso” ha concluso il sindacalista.
Non è purtroppo la prima volta che anche nel carcere di Paola si verificano atti di aggressione nei confronti del personale di polizia penitenziaria. “Urgono urgenti interventi – continua la denuncia del Sappe – un congruo incremento di organico per fronteggiare la criminalità che persiste nell’istituto di pena nonostante la detenzione.
Donato Capece, segretario generale del Sappe ha espresso solidarietà ai poliziotti del carcere: “Il Sappe denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto di allargare a dismisura le maglie del trattamento, a scapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria – ha aggiunto Capece – Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle carceri dei Paesi di origine, le pene”.
“Servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della polizia penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose – ha concluso il leader del sindacato più rappresentativo della polizia penitenziaria – I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono. Occorre una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per permettere ai poliziotti della penitenziaria di difendere dai detenuti violenti ed è necessario dotare le strutture detentive di body-cam”.
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