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ROMA – Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a Roma e provincia, nella regione Lazio, in Provincia di Cosenza e Agrigento, è in corso una vasta operazione della Direzione Investigativa Antimafia per dare esecuzione a un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone misure cautelari nei confronti di 26 persone, indiziate a vario titolo di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso, una cosiddetta locale di ‘ndrangheta, radicata sul territorio della capitale.

In 24 sono finiti in carcere e due ai domiliciari. Venticinque società, per un valore di 100 milioni di euro sono state sequestrate. Arresti e sequestri rappresentano una prosecuzione di quelli eseguiti nel maggio scorso durante la maxi inchiesta “Propagine” che aveva colpito il gruppo legato alla famiglia degli Alvaro, originaria di Cosoleto (Reggio Calabria).

Come fa sapere la Dia in una nota, il clan era “finalizzato ad acquisire la gestione e/o il controllo di attività economiche nei più svariati settori, ad esempio ittico, della panificazione, della pasticceria, del ritiro delle pelli e degli olii esausti, facendo poi sistematicamente ricorso ad intestazioni fittizie al fine di schermare la reale titolarità delle attività e di numerose ipotesi di attribuzione fittizia di valori.

“L’organizzazione di matrice ‘ndranghetista si ripropone, alla stregua di quanto ricostruito, in termini di gravità indiziaria, dalle indagini sviluppate dal Centro Operativo D.I.A. di Roma, anche il fine di commettere delitti contro il patrimonio e l’incolumità individuale, affermando il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio”, osserva la Dia.

Lo scopo dell’organizzazione, scrivono gli inquirenti, era quello di “acquisire la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori: dall’ittico, alla panificazione, la pasticceria e il ritiro degli olii esausti”. Per questo facevano “sistematicamente ricorso” a intestazioni fittizie. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, anche di associazione mafiosa e sequestro di persona. Il blitz di carabinieri, polizia e guardia di finanza, scattato stamani, è coordinato da Dia e Dda con i procuratori aggiunti, Michele Prestipino e Ilaria Calò.

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