Il liceo Valentini di Castrolibero
3 minuti per la letturaDOPO la dirigente scolastica, ha ripreso servizio nell’istituto “Valentini-Majorana” di Castrolibero anche il docente di matematica finito nella bufera lo scorso febbraio per le presunte molestie sessuali arrecate a una studentessa minorenne. L’uomo è tornato a scuola, ma non fra i banchi, dato che non ha avuto alcun contatto con le sue vecchie classi né ha preso parte agli scrutini di fine anno. Un rientro solo formale il suo, dunque, con tanto di richiesta di assegnazione a un’altra scuola dell’hinterland a partire dal primo di settembre, ma con la duplice incognita di un futuro, il suo, ancora in sospeso sia dal punto di vista giudiziario che professionale.
Non a caso, con riferimento a quest’ultimo ambito, è in corso il procedimento disciplinare aperto a suo carico a seguito del deflagrare dello scandalo. Lo scorso 14 giugno, assistito dai suoi avvocati Attilio Santiago e Giovanni Consoli, l’uomo si è presentato davanti alla commissione dell’Ufficio scolastico chiamata a valutare la sua posizione e, da allora, è in attesa che la stessa si pronunci nel merito.
L’altro fronte ancora aperto che lo riguarda, invece, è quello penale. La Procura, infatti, indaga sulla vicenda da circa tre mesi, ed è probabile che debbano passarne altrettanti prima che l’inchiesta sia dichiarata conclusa. Allo stato attuale, gli atti sono coperti da segreto istruttorio. Molto, se non tutto, ruota attorno alle dichiarazioni della presunta vittima, la ragazza che alla fine di gennaio esce allo scoperto su una pagina Instagram aperta poche ore prima da un’altra ex studentessa, raccontando di essere stata molestata dal docente in questione. Apriti cielo. Poche ore dopo, un’avanguardia di ragazzi e ragazze occupa l’istituto e inaugura così i giorni di passione del “Valentini-Majorana”. La scuola diventa subito crocevia di telecamere e microfoni che, per diverse settimane fanno della scuola di Castrolibero un caso nazionale.
Il corpo docenti si schiera quasi tutto a sostegno dei manifestanti, mentre le trasmissioni tv raccolgono le testimonianze di altre ragazze, provenienti anche da altre scuole, che sostengono di aver subito anche loro, diversi anni prima, le attenzioni proibite – seppur solo verbali – del docente di matematica. Si procede così, tra veleni, piccole vendette e regolamenti di conti che gonfiano a dismisura il caso, il tutto a scapito della comprensione reale degli eventi. L’escalation non risparmia neanche la preside dell’istituto, Iolanda Maletta, sospettata di aver coperto lo scandalo del quale era a conoscenza, finché l’acme lo si raggiunge il 18 febbraio con la manifestazione studentesca, molto partecipata, che sfila per le vie della città al grido di “No agli abusi sugli studenti”.
L’ultimo fuoco d’artificio lo regala il ministro dell’Istruzione che ad aprile riceve una delle giovani protagoniste di questa storia, ma poi l’interesse dei media scema gradualmente finché l’argomento sparisce del tutto dai radar.
COSA RESTA
Cinque mesi dopo, ciò che resta è in parte noto e in parte no. Riguardo alla dirigente scolastica, l’apposita ispezione disposta dal Ministero dell’Istruzione in quei giorni caldissimi, non farà emergere poi nulla di compromettente che la riguardi, tant’è che proprio di recente la donna, anche se prossima alla pensione, è tornata al suo posto di comando. Quello ancora appeso, invece, è il destino del prof il quale, però, continua a difendersi con le unghie e con i denti. Davanti alla commissione scolastica, infatti, i suoi avvocati hanno cercato di demolire la credibilità della sua grande accusatrice che, fra le altre cose, riferisce anche di frasi dal contenuto intimidatorio che, sostiene, il docente le ha rivolto dopo la sua denuncia sui social. Racconta di un incontro fortuito con lui avvenuto all’interno dell’istituto quando, però, il diretto interessato era assente per malattia, messo fuori gioco da un guaio alla schiena.
C’è stato davvero quell’incontro? Sono proprio le presunte minacce il fulcro del procedimento disciplinare, considerato che il capitolo molestie era già stato oggetto di un’inchiesta interna archiviata dalla Maletta, ma tant’è: a questo punto, non resta che attendere che l’ordalia faccia il proprio corso.
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