I segni della violenza sul volto di Beatrice Lucrezia Orlando
2 minuti per la letturaTORTORA (COSENZA) – Le indagini sul pestaggio dell’insegnante originaria di Potenza e in vacanza a Tortora, comune dell’alto Tirreno cosentino, al confine con la Basilicata, proseguono nel più stretto riserbo. È di queste ore, però, la conferma che i quattro autori del pestaggio, avvenuto in strada, lo scorso sei agosto, siano stati individuati.
Una famiglia, due donne e due uomini, di villeggianti provenienti dall’hinterland napoletano, probabilmente da San Giorgio a Cremano. Ma ora è necessario poter concretizzare le gravi accuse che peserebbero sui responsabili del pestaggio, associandole agli indagati con prove schiaccianti che possano inchiodare i “villeggianti” malviventi.
Come è noto, secondo la vittima del pestaggio, Beatrice Lucrezia Orlando: «L’unico episodio che potrebbe aver scatenato quella reazione è stato il ritrovamento, nei primi giorni di agosto, di alcuni cagnolini». Ma l’interesse verso i cagnolini da parte di Beatrice Orlando, potrebbe aver disturbato in altro modo le persone coinvolte, come ritengono alcuni cittadini tortoresi che conoscono la zona in cui si sarebbe scatenata la furia degli aggressori.
Insomma, la questione potrebbe andare oltre la storia dei cani e l’idea di avvisare le associazioni animaliste e quindi di generare ulteriori presenze in zona potrebbe aver disturbato i responsabili dell’aggressione.
Pugni e schiaffi, ed anche un passaggio sul corpo disteso per terra con la bicicletta, fino a quando uno dei quattro, probabilmente quello più anziano, avrebbe deciso di interrompere l’azione, forse per paura di essere individuato, cercando di dileguarsi e di lasciare la cittadina turistica del nord Calabria.
Ma le ipotesi che si fanno, sono ancora a livello di indiscrezioni, perchè i carabinieri, al momento, non confermano e non smentiscono ed anche la Procura della Repubblica di Paola che segue l’attività investigativa resta nel più assoluto silenzio.
Eppure, quella sera del 6 agosto, mentre avveniva il pestaggio, secondo quanto ha riferito la vittima, si era formato un gruppo di persone che ha assistito alla scena brutale e che, però, non è intervenuto in maniera decisiva evitando che la donna rischiasse persino la vita o traumi ancora più gravi.
E, in questi giorni, prosegue il tam tam sui social, dove la stessa vittima ha pubblicato le sue foto con il viso tumefatto. In molti si chiedono, come mai chi era lì non è intervenuto, come mai non sono state avvisate subito le forze dell’ordine. C’è forse paura, da parte dei cittadini di quella zona. Gran parte dei messaggi di solidarietà sono giunti solo nei giorni successivi, quando il Quotidiano del Sud ha raccontato l’accaduto. Eppure a Tortora la notizia era circolata sin dal 6 agosto.
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