Pierpaolo Bruni
2 minuti per la letturaPAOLA (COSENZA) – Nuove minacce e propositi di delegittimazione a danno del Procuratore capo della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, emergono dalle intercettazioni a carico del presunto capo di una loggia massonica segreta ed un indagato eccellente nell’ambito della recente inchiesta contro l’associazione a delinquere messa in piedi sulla costa tirrenica cosentina da ingegneri, architetti e politici, specializzati nella lottizzazione degli incarichi pubblici.
Una quindicina di persone finite nella rete della Procura paolana per aver costituito un “cartello” di professionisti amici per spartire appalti e denaro.
I due indagati, parlando tra loro, sono stati ascoltati dagli specialisti della Guardia di Finanza mentre tramavano contro il magistrato, sotto scorta da anni perché finito nel mirino delle cosche di ‘ndrangheta calabresi che volevano ucciderlo con l’impiego di un bazooka.
«Vuole arrestare tutti i politici del Tirreno questo pezzo di merda», è il succo della intercettazione finita negli atti del blitz eseguito l’altro ieri in vari Comuni dell’Alto tirreno cosentino e in Basilicata.
E i due indagati eccellenti, tra un impropero e l’altro, hanno iniziato a ragionare su un presunto piano di delegittimazione da far recapitare al Consiglio superiore della Magistratura contro Pierpaolo Bruni per levarselo dai piedi, per ottenerne il trasferimento.
E non solo. I due, riferendosi al servizio di scorta che tutela l’incolumità del magistrato, si sono spinti pure ad elaborare un ragionamento pericoloso e subdolo, che lascia trasparire – intercettazioni alla mano – una situazione di forte pericolo per il Procuratore capo.
«Scorta o non scorta – è il ragionamento ascoltato dalle Fiamme Gialle e riportato agli atti – non preoccuparti che non c’è scorta che tiene», è sempre il senso del botta e risposta.
Solo poche settimane addietro, altri gravi minacce e propositi di delegittimazione a danno di Bruni sono state registrare in un colloquio in carcere.
Intanto, il vice presidente della Commissione Antindrangheta, Graziano Di Natale, ha espresso «solidarietà al Procuratore Bruni per le minacce ricevute auspicando che tutte le istituzioni facciano sentire la loro vicinanza a chi opera per la promozione del valore della legalità nel nostro territorio».
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