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Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni

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SCALEA (COSENZA) – Sul Tirreno cosentino si riapre il capitolo su massoneria segreta, affari e appalti. Una indagine che aveva fatto registrare una prima tappa, lo scorso 27 gennaio. L’attività investigativa condotta dai carabinieri della compagnia di Scalea, coordinati dal capitano Andrea Massari, sembra non essersi mai fermata, neanche alle prime perquisizioni dello scorso mese di gennaio. Segno che si vuole andare oltre sulle posizioni dei 18 indagati, in gran parte tecnici comunali, ma anche componenti dell’amministrazione comunale di Belvedere Marittimo.

Oggi, i carabinieri sono tornati nelle abitazioni, nelle auto e negli uffici degli indagati per recuperare ulteriore materiale che secondo la procura della Repubblica di Paola, coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni, sarebbe utile alla prosecuzione delle indagini.

Il nuovo decreto è firmato, oltre che dal procuratore Bruni, anche dai sostituti Francesca Cerchiara e Antonio Lepre. Vengono contestati nove episodi a 18 indagati, ma come è intuibile, le indagini sono ancora in corso.

Tutti episodi rilevati in gran parte nello scorso anno. Secondo gli investigatori, oggi, si è reso necessario procedere al sequestro degli apparati telefonici, per verificare messaggi, conversazioni, chat e comunicazioni. In mancanza di consegna spontanea, si legge nell’atto, si rende necessario procedere alla perquisizione. Il provvedimento è riferito ad 11 dei 18 indagati. La procura ha disposto il sequestro, ritenendo che gli oggetti “costituiscano corpo di reato”.

Gli indagati interessati da quest’ultimo provvedimento sono: Maria Grazia Melega, 30 anni, di Santa Domenica Talao; Francesco Esposito, 37 anni di Tortora; Vincenzo Cristofaro, 41 anni, di Belvedere Marittimo; Silvano Cairo, 53 anni, di Belvedere Marittimo; Giuseppe Marsico, 59 anni di Scalea; Marco Liporace, 43 anni di Belvedere Marittimo; Maria Petrone, 74 anni di Scalea; Donato Vincenzo Rosa, 58 anni di Scalea; Raffaele Grosso Ciponte, 56 anni, di Belvedere Marittimo; Giuseppe Caroprese, 56 anni, di Belvedere Marittimo; Gianfranco Amodeo, 59 anni di Belvedere Marittimo.

Lo scorso 27 gennaio (LEGGI LA NOTIZIA), nell’ambito dell’inchiesta su massoneria segreta e affari: erano state effettuate altre perquisizioni tra Calabria e Basilicata. Si contesta, fra l’altro, anche il reato di associazione per delinquere, operante tra la Calabria e la Basilicata, costituita da professionisti, taluni dei quali si ritiene siano anche inseriti a pieno titolo in una loggia massonica segreta che avrebbe agito per spartirsi appalti pubblici, consumando una lunga serie di reati contro la Pubblica amministrazione: dalla truffa alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione, fino alla violazione della Legge Anselmi. Nei mesi scorsi, uno degli indagati ha anche confermato di far parte di una loggia massonica, ma ha negato ogni addebito.

Gli indagati sono Luigi Cristofaro, Francesco Arcuri, Antonio Del Vecchio, Giuseppe Del Vecchio, Maria Grazia Melega, Francesco Esposito, Paola Di Stio, Vincenzo Cristofaro, Silvano Cairo, Giuseppe D’Alessandro, Giuseppe Marsico, Marco Liporace, Giampietro D’Alessandro, Maria Petrone, Vincenzo Donato Rosa, Raffaele Grosso Ciponte, Giuseppe Caroprese, Gianfranco Amodeo.

A tre di loro: Luigi Cristofaro, 37 anni, Francesco Arcuri, 53 e Vincenzo Donato 57, viene contestata la violazione della Legge Anselmi che vieta la costituzione delle logge massoniche coperte.

Nel corso della giornata, i carabinieri si sono recati in Prefettura a Cosenza per acquisire lo statuto e l’elenco degli iscritti di una loggia massonica e un’associazione culturale di Scalea. Degli atti costitutivi e degli elenchi, però, non è stata trovata traccia.

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