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Il magistrato Pierpaolo Bruni

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PAOLA – Emergono particolari a dir poco raggelanti sulle minacce e promesse di delegittimazione registrate in un colloquio in carcere a danno del Procuratore capo della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, sotto scorta da anni perché finito anche nel mirino della ‘ndrangheta quando era organico alla Dda catanzarese.

Nella conversazione intercettata nel carcere di Paola durante il colloquio tra il detenuto Franco Pinto (presunto storico “armiere” della cosca Muto di Cetraro) e la consorte, i due – oltre a minacce e rivolgere improperi di ogni tipo al dottor Bruni, anche feroci – si organizzano per tentare di delegittimare il magistrato.

Come? La donna promette al marito di lanciarsi sotto la macchina del Procuratore non appena lo vedrà transitare in una pubblica via, al fine di accusarlo ingiustamente di averla di investirla.

E ancora: “non appena lo incontrerò in Tribunale, durante le udienze – è questo il senso di quanto, tra l’altro, si sono detti Pinto e la moglie – lo accuserò” di essere stata minacciata o maltrattata. Le indagini sulle minacce e sul disegno criminoso ordito dai due coniugi contro il Procuratore capo di Paola sono state trasferite a Salerno, competente per territorio.

Domani maggiori dettagli sull’edizione cartacea.

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Francesco Ridolfi

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