Un'immagine tratta dalle riprese a supporto dell'inchiesta
3 minuti per la letturaCOSENZA – Cinque persone sono state destinatarie di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip di Cosenza su richiesta della Procura. Tutti sono accusati, a vario titolo, di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito. Nello specifico a tre soggetti (B.A. di anni 43 di Cosenza, B.M. di anni 52 di Mendicino e M.S. di anni 51 di Cosenza) è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere, a uno (P.P. di anni 73 di Cosenza) la misura degli arresti domiciliari e infine a un altro (C.S. di anni 64 di Cosenza) la misura coercitiva del divieto di dimora nei comuni di Cosenza e Rende.
USURAI E VITTIME – GUARDA IL VIDEO CON LE INTERCETTAZIONI
L’attività investigativa nasce dalla denuncia sporta nel giugno 2018 in Questura da una vittima di usura, a seguito della quale è stato individuato un gruppo di usurai i quali, agendo ognuno in maniera autonoma e solo in alcune circostanze uno di loro in concorso con altri, prestavano soldi “a strozzo” alle vittime, tutte versanti in stato di bisogno, esigendo poi in cambio la restituzione di esorbitanti somme di denaro.
Queste ultime, quando non ottemperavano al pagamento, venivano pesantemente intimorite dagli usurai, anche con esplicite e gravi minacce di morte.
Tra le sedici vittime accertate, oltre a disoccupati e pensionati, si annoverano per lo più operai ma anche artigiani, muratori, imbianchini e lavaggisti. Esse entravano in una grave spirale debitoria, attesi gli insostenibili tassi di interesse usurai che venivano loro imposti; in alcuni casi le stesse erano costrette a dare a gli strozzini bancomat e carte postepay; in uno dei tanti casi ricostruiti, il tasso usurario applicato a una vittima su base mensile toccava il 57% arrivando a raggiungere, su base bimestrale, il 230% e addirittura, su base trimestrale, l’850 % (richiesti in restituzione 6.200 euro, entro tre mesi, a fronte di un prestito iniziale di 1.400 euro, con la promessa, in caso di ulteriore inottemperanza, della dazione di 12.400 euro).
Una delle vittime, rivoltasi agli usurai per l’estrema difficoltà economica in cui versava a causa del vizio compulsivo del gioco, specificatamente di quello alle slot machines, era talmente disperata che aveva manifestato propositi suicidi e pertanto aveva deciso di ricoverarsi in una comunità terapeutica per il recupero dalla ludopatia. In un altro caso, un uomo si è rivolto all’usuraio perché non aveva i soldi per far operare la figlia piccola.
I destinatari della misura restrittiva in carcere, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Cosenza. Nel corso delle perquisizioni effettuate contestualmente all’esecuzione delle misure restrittive, presso le abitazioni degli indagati sono stati rinvenuti documenti, agende e una sorta di “libro mastro” in cui erano annotati gli importi delle somme concesse a titolo usurario e i nomi delle vittime.
«Questa operazione parte dalla denuncia di una persona che stava per suicidarsi e dobbiamo continuare a dire alla collettività: se denunciate lo Stato c’è, è con voi e interviene con specifiche provvidenze. Se voi denunciate noi operiamo». Lo ha detto il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo commentando l’operazione.
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