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COSENZA – Una vigilia di Natale intrisa di violenza per il giudice Giuseppe Greco che al tribunale di Cosenza presta servizio nell’Ufficio Gip-Gup.

Ignoti, infatti, lo hanno atteso nel garage seminterrato dello stabile di Cosenza dove abita e non appena è arrivato lo hanno aggredito a bastonate.

Autori della violenta aggressione due uomini col volto coperto che per fortuna non hanno causato al magistrato ferite gravi.

Preoccupante, tuttavia, la semplicità con cui i due malviventi hanno portato a termine la loro spedizione punitiva. Le indagini sull’accaduto sono affidate alla Squadra Mobile di Cosenza .

Greco, nel corso della sua attività professionale negli uffici giudiziari cosentini, ha firmato numerosi provvedimenti restrittivi nei confronti di esponenti della criminalità locale, in particolare per spaccio di droga, estorsioni e “cavalli di ritorno”, ossia le auto rubate e poi restituite dopo il pagamento di un riscatto. Inoltre si è occupato anche di procedimenti relativi all’Azienda sanitaria provinciale nell’inchiesta sui falsi precari.

Diverse anche le sentenze emesse, nella qualità di gup, in processi di varia natura.

«Sconcerto e sdegno» per ciò che è accaduto sono stati espressi dalla sottosezione dell’Associazione nazionale magistrati di Cosenza. Un episodio grave «rappresentativo evidentemente – scrivono i magistrati dell’Anm – di una subcultura della violenza che merita di essere censurata pubblicamente e perseguita penalmente».

Dopo avere espresso al collega «la piena solidarietà di tutta la sottosezione», l’Anm cosentina coglie l’occasione per sottolineare che episodi «così efferati dimostrano come in questo particolare momento storico i magistrati siano esposti a continui attacchi che tendono a delegittimarne l’operato e che in taluni casi, seppure sporadici, sconfinano addirittura in aggressioni fisiche violente».

In ogni caso, anche gesti di tale gravità, è il pensiero dell’Anm del capoluogo Bruzio, «non intimoriscono né condizionano l’esercizio delle funzioni giurisdizionali, che resta immune da certe azioni inutilmente dimostrative, inidonee ad esercitare qualsiasi forma di pressione sul singolo magistrato o sulla intera categoria».

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