Il tribunale di Cosenza sede della Procura
2 minuti per la letturaLATTARICO – Con un cavo elettrico aveva progettato un cappio rudimentale, che poi ha utilizzato contro la moglie per strangolarla. Le urla di lei hanno fatto balzare la figlia, presente in casa, e al suo arrivo in cucina il padre s’è fermato, cercando subito di ripulire tutto il sangue sparso sul pavimento. È stato lo stesso Francesco Luigi R., lo scorso 18 dicembre, a presentarsi ai carabinieri della Compagnia di Rende, dicendo loro di aver commesso un fatto gravissimo.
«Aiu cercato di ammazzà a muglierma», ha esordito, chiarendo poi la dinamica dei fatti, anche confermata dalla vittima e dalla loro figlia. Per lui la Procura di Cosenza, a seguito di un’indagine flash, ha emesso un fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio, con l’aggravante di aver commesso il fatto contro il coniuge e con premeditazione. Non a caso, il cappio l’ha preparato la sera prima, dopo l’ennesima discussione con la consorte per questioni di soldi, promettendo a se stesso che l’avrebbe utilizzato se lei avesse ripreso il discorso e se si fosse permessa nuovamente di appellarlo “rimbambito”.
La mattina successiva le fibrillazioni tra i due sono scoppiate nuovamente: lei era in cucina e, così come faceva ogni giorno prima di andare a lavoro, stava sorseggiando il caffè seduta al tavolo quando ha iniziato a pretendere spiegazioni sul perché il marito avesse sottratto dei soldi dal suo portafoglio senza dirle niente.
Lui, in preda all’ira, l’ha bloccata da dietro e facendo pressione su di lei le ha stretto la corda elettrica forte intorno al collo, nel tentativo di soffocarla. Mentre provava ad ucciderla, continuava a gridare «ti ammazzo e poi mi ammazzo io»; frase che, per altro, aveva già pronunciato nei confronti della moglie. La vittima d’istinto ha cominciato ad urlare forte in cerca di aiuto ed è stata sentita così dalla figlia, che giunta in cucina ha fatto desistere il genitore dall’istinto omicida nei confronti della mamma.
La scintilla delle discussioni sarebbe stata la disoccupazione del sessantatreenne, che la moglie gli avrebbe fatto pesare, tanto da farlo sentire, con la derisione continua sua e della figlia, un fallito. Adesso si trova nel carcere di Cosenza. Nelle prossime ore, il provvedimento dovrà essere convalidato o meno dal gip.
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