La centrale del Mercure
3 minuti per la letturaCASTROVILLARI (CS) – «Dopo la diagnosi ha vissuto solo un anno. Nel 2019 è andato via, mio padre è morto per amianto». A parlare è David Frascino, originario di Castrovillari e residente a Pisa, oggi promotore di una class action contro la Centrale termoelettrica della Valle del Mercure, l’impianto a biomasse vegetali situato al confine tra Calabria e Basilicata, e contro il gruppo Enel, il quale, in seguito alla riapertura della Centrale stessa, ha deciso di cedere la gestione nel mese di marzo 2019.
«Mio padre ha lavorato una vita – continua David – per la Centrale, prima nel settore trasporti e poi come tecnico programmatore negli uffici. Cinque anni fa ha iniziato a manifestare degli strani sintomi, da Castrovillari è venuto qui a Pisa dove abbiamo scoperto di cosa soffrisse: mesotelioma pleurico, uno di quei tumori rari di cui fino a poco tempo fa neanche si conosceva l’esistenza, dovuto per l’appunto all’esposizione all’amianto. Abbiamo percorso l’Italia in lungo e in largo – continua David – per trovare la cura maggiormente appropriata. Non ce l’abbiamo fatta, e mio padre è scomparso a 80 anni, dopo aver fatto sacrifici per tutta la sua esistenza».
Oggi David, insieme a suo fratello, e a una decina di persone, sempre figli di genitori morti per le stesse cause di suo padre, vuole giustizia.
«Non stiamo agendo – continua – per una questione economica, la nostra è una battaglia di diritti, condotta anche e soprattutto come monito per le generazioni future. Fino a quando si continuerà a smaltire l’amianto, nel nostro Paese, senza seguire le direttive europee? Fino a quando – prosegue David – consentiremo che i lavoratori operino in condizioni di mancata sicurezza, senza mascherine, a mani nude, senza tutele e prerogative? Dopo aver conosciuto gli altri, coloro i quali hanno sottoscritto la class action con me, e aver per l’appunto compreso le loro storie, così simili alla mia, ho capito che questa fosse ed è la strada giusta da percorrere».
Straordinario supporto a Frascino quello dell’Osservatorio nazionale amianto – Sezione di Cosenza. «Il referente provinciale Giuseppe Infusini – dice ancora – è stato fondamentale per le mie ricerche. Mi ha supportato con studi importantissimi circa i danni diretti e indiretti provocati dall’amianto. Una realtà, quest’ultima – dichiara David -, di cui probabilmente tutti sono a conoscenza, ma di cui mai si parla. Qualcosa, tuttavia, adesso inizia a muoversi e la nostra class action è la prima in Calabria di tali dimensioni e portata, nonché la seconda in Italia. Noi – afferma sempre David – siamo fiduciosi: ce la faremo, in nome e in memoria delle persone a cui abbiamo voluto bene e che purtroppo abbiamo perso».
Padri, dunque, ma anche madri, amici, fratelli morti e «segnati da uno stesso destino». «Credo – prosegue – sia davvero necessario portare alla luce i fatti. È di fatti, d’altronde, che stiamo parlando. Fatti – chiosa – avvenuti nei cantieri navali della nostra Italia, nelle industrie ferroviarie, nelle grandi multinazionali nell’indifferenza generale. Ora finalmente – conclude – il vento sta cambiando».
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