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Le galline uccise nel pollaio

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RENDE – È da diverso tempo che sul territorio rendese sono presenti più di un branco di cani randagi. È il caso dei branchi presenti presso l’università della Calabria e in alcune zone della periferia che sia di notte che di giorno rappresentano una vera e propria minaccia seminando panico, infatti nell’area universitaria dall’inizio dell’anno sono almeno quattro i casi di aggressione seppur senza gravi conseguenze registrati, mentre negli ultimi quindici giorni in diverse contrade rendesi quali Vennarello, Gliannuzzi, Longeni e Rocchi si è preso atto dello sterminio di animali domestici come gatti, cagnolini di piccola taglia e polli tutti per opera di cani randagi.

L’appello al sindaco Manna è quello di provvedere al più presto ad arginare il fenomeno insieme all’Ufficio competente dell’Asp e ai vertici della Polizia Locale, dell’Unical e con il mondo delle associazioni impegnate per i diritti degli animali in modo da condividere un piano di intervento efficace ed efficiente atto a garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone e degli animali domestici oltre che a salvaguardare i randagi sempre più nelle ire delle persone offese.

Il randagismo trova radici profonde nella comunità di rende ma pochi anni addietro, nell’anno 2018, la Giunta comunale di Rende approvò, ed inserì nel programma triennale dei lavori pubblici 2018/2020, la realizzazione di un canile rifugio comunale denominato “Le quattro zampe”.

Ma l’opera di enorme interesse pubblico realizzabile su area di proprietà comunale in località Lecco composto da box idonei per ospitare 430 cani (300 posti per il comune di Rende e 21 box per cani in degenza), un plesso infermeria / ambulatorio, un plesso ufficio e servizi e aree attrezzate per i visitatori per un importo di circa 800.000 euro, purtroppo naufragò e con esso anche l’intuizione da parte dell’istituzione di realizzare un cimitero comunale per gli animali.

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