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L'avviso apparso questa mattina

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PAOLA (COSENZA) – Nuovo capitolo sulla querelle scoppiata l’altro ieri tra Comune e privati in merito al paventato spostamento della scultura antimafia intitolata nel 2004 a Luigi Gravina, ucciso dalla cosca Serpa per essersi rifiutato di pagare la tangente (denunciando gli uomini del clan). Il proprietario del bene – un’area di parcheggio pubblico con annessa scultura intitolata a Gravina – questa mattina ha preannunciato pubblicamente la chiusura dell’intera area.

Azione propedeutica alla rimozione della scultura antimafia, come preannunciato giorni fa dal capo dell’ufficio tecnico comunale alla vedova Luigina Violetta. Sul caso ieri è anche intervenuto il sindaco Roberto Perrotta che, smentendo i suoi uffici, ha promesso che nessuno toccherà quella scultura. Ricostruiamo un po’ la vicenda.

LA TELEFONATA DEL COMUNE ALLA VEDOVA E LA LETTERA AL SINDACO

Ordine di sfratto per il simbolo antimafia dedicato a Luigi Gravina, vittima di mafia, ucciso dalla cosca Serpa nell’82. La notizia è deflagrata lunedì mattina: il proprietario del sito, dove nel 2004 è stata installata l’opera, avrebbe preannunciato al Comune la chiusura dell’area (un parcheggio pubblico) con contestuale rimozione della scultura perché il Municipio non avrebbe mai corrisposto il fitto, né avrebbe mai espropriato o acquistato la piccola porzione di terra ove è installato il simbolo antimafia.

Dopo 17 anni, pertanto, via Nazionale perderebbe sia la scultura – posizionata nel luogo ove è stato ucciso Gravina – sia l’area di sosta, utile all’intera zona. La notizia è contenuta in una lettera inviata dalla vedova Luigina Violetta: “L’11 agosto scorso la sottoscritta ha ricevuto una telefonata dal Dirigente dell’Utc, attraverso la quale veniva informata di tale volontà e, quindi, sollecitata a collaborare con il Comune al fine di individuare con urgenza altra zona della Città idonea ove spostare la scultura. Tale stato di cose, a distanza di 17 anni dalla lodevole iniziativa dell’Amministrazione da Lei diretta, ci lascia sorpresi”.

Il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, interviene: “Per nessun motivo al mondo saranno prese iniziative che possano recare in qualche modo ulteriore dolore ad una famiglia già provata dal sacrificio che si è consumato in quei tempi terribili. E’ grazie proprio a questo sacrificio che è cominciata la rinascita di Paola”.

LA REPLICA DEL SINDACO

Il sindaco di Paola, Roberto Perrotta: “Nessuno toccherà la scultura antimafia che porta il nome di Luigi Gravina”. Il Primo cittadino paolano, promotore, nel 2004, della iniziativa antimafia, seguita poi da una seconda intitolazione, sempre a favore del compianto Gravina, promette il suo impegno diretto nella vicenda: “Per nessun motivo al mondo saranno prese iniziative che possano recare in qualche modo ulteriore dolore ad una famiglia già provata dal sacrificio che si è consumato in quei tempi terribili. E’ grazie proprio a questo sacrificio che è cominciata la rinascita di Paola”.

Poi aggiunge: “Io sono il Sindaco che si è ricordato di Luigi Gravina in questi circa 40 anni dal suo omicidio, fino a prova contraria, e non lascio a nessuno la possibilità di offuscare questo bel ricordo che ha tolto Paola dalla morsa della mafia. Quella cerimonia, a cui ha fatto seguito, dopo alcuni anni, l’intitolazione del ponte di corso Cristoforo Colombo, rimarrà negli annali. Chiedo scusa se si è potuto soltanto pensare una cosa del genere, perché mai e poi mai, fino a quando io sarò Sindaco, sarà consumato un simile atto perché la storia della Città di fonda su grandi e piccoli gesti, uomini illustri e meno illustri che comunque fanno la storia, grandi e piccoli episodi, e Luigi Gravina è un gigante della nostra Città. Come Amministrazione comunale, peraltro, stavamo già pensando, da mesi, di celebrare nella maniera più giusta il 40ennale del fatto di sangue consumato a danno del nostro concittadino”.

L’ACCESSO AGLI ATTI E LE ACCUSE DELLA MINORANZA

Il leader consiliare di “Progetto Democratico”, Pino Falbo, consigliere provinciale di Cosenza, ha protocollato ieri mattina una “istanza di accesso agli atti amministrativi” per cercare di venire in possesso di tutta la documentazione sul “largo ubicato in via Nazionale, attualmente utilizzato dall’Amministrazione comunale come parcheggio pubblico, ove insiste anche la scultura posata nel 2004 in memoria del Signor Luigi Gravina, caduto per mano della mafia”.

Pino Falbo chiede di conoscere “l’identificazione del soggetto proprietario del terreno e la tipologia del rapporto intercorrente tra questi e l’Amministrazione comunale, tale da giustificarne la detenzione e la destinazione, nonché la spesa impegnata nel tempo”. Il provvedimento di “Progetto Democratico” scaturisce dalla pubblica richiesta di chiarimento, inoltrata giorni fa dalla famiglia del compianto Gravina al sindaco Roberto Perrotta, e l’altro ieri apparsa sulla stampa, successiva alla telefonata del capo dell’Utc alla vedova Luigina Violetta, l’11 agosto scorso, per preannunciarle l’avvio dell’iter che avrebbe dovuto portare allo spostamento della scultura in altro luogo da individuare.

C’è un caso scaturito da una “non pratica” amministrativa adottata in perfetto stile perrottiano che va risolto. Se il proprietario di quel terreno rivendica reiteratamente i suoi diritti, non avendo – si presume – ricevuto in questi 17 anni compensi dal Comune, ed avendo più volte chiuso l’area di sosta di sua proprietà, una ragione ci deve essere e la vicenda dovrà essere risolta oggi, perché, passata la burrasca mediatica, il proprietario del terreno tornerà alla carica ed il Comune non potrà rabbonirlo ogni volta con promesse e belle parole. Le cose vanno fatte bene, secondo legge, perché il Comune non è la casa di Perrotta, ma è la Pubblica amministrazione. Se il nostro Sindaco vuole intitolare un’area privata, deve fare le cose a regola d’arte, per iscritto, non verbalmente, come avviene tra amici al bar. Se lui promette e non mantiene, come pare sia accaduto, è chiaro che poi sorgono gli intoppi; intoppi che verranno ereditati dai futuri sindaci. Ci chiediamo: esiste un contratto tra il privato e il Municipio, sottoscritto nel 2004? Non ci risulta, salvo prova contraria; esiste un provvedimento di esproprio per pubblica utilità di quella porzione di terra? Non ci risulta, sempre salvo prova contraria; il Comune ha mai pagato il fitto al privato? Non ci risulta, ecco perché chiediamo conferme. Perrotta, dunque, ha risposto alla famiglia Gravina, ma senza rispondere; belle parole, miele, promesse, sempre e solo battendosi il petto. Ma non ha parlato né dell’azione messa in atto dal capo del suo Utc, né delle rivendicazioni del privato, né della legittimità della operazione da lui realizzata nel 2004 a via Nazionale”.

STAMATTINA L’ANNUNCIO DEL PRIVATO

“Si avvisa la cittadinanza che a partire da sabato 28 agosto alle ore 9 il parcheggio dovrà essere sgomberato, in quanto l’area verrà chiusa. Si declina ogni responsabilità per eventuali autovetture che resteranno all’interno dell’area parcheggio”.

E’ il messaggio affisso su un cartello posto all’ingresso dell’area di parcheggio ove è stata installata la scultura in memoria di Luigi Gravina. E’ questa la conferma che esistono problemi seri che dovranno essere risolti.

Il privato, infatti, è intenzionato a chiudere l’area e rimuovere la scultura, come preannunciato agli uffici comunali di Paola, destinatari giorni addietro anche di una diffida del medesimo privato.

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