L'accoglienza dei migranti al mercato ittico di Cariati
3 minuti per la letturaCARIATI – Sono sbarcati ieri al porto di Cariati con le prime luci dell’alba, i 56 migranti di nazionalità irachena, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, giunti con una piccola imbarcazione a vela. Tra loro, un minore e una sola donna.
Uno solo è risultato positivo al tampone rapido; per tutti si attende l’esito del molecolare. In serata, i Carabinieri sono riusciti ad individuare e a fermare due presunti scafisti, un uomo di nazionalità russa e un polacco, che con molta probabilità si erano allontanati dal gruppo, cercando di guadagnare la fuga.
Al momento, però, le indagini e gli accertamenti per stabilire le responsabilità dei due stranieri sono ancora in corso. Con molta probabilità, l’imbarcazione a vela approdata sulla costa cariatese è servita solo a trasbordare a terra questi disperati in fuga che avevano dovuto affrontare, nelle ore precedenti, la lunga traversata su un barcone più grande.
Subito dopo lo sbarco, nella cittadina ionica si è messa in moto la macchina dei soccorsi e dei controlli coordinata dalla Prefettura di Cosenza, insieme a quella della solidarietà. In un primo momento, i profughi sono stati radunati tutti nella vicina villetta Padre Pio, dove hanno ricevuto cibo e ristoro da parte dei volontari; dopo qualche ora, sono stati trasferiti con mezzi comunali all’interno del Mercato Ittico, una struttura situata sempre in zona porto e mai entrata in funzione, dove l’Amministrazione comunale ha provveduto al pranzo e alla cena, e molti cittadini alle coperte e al vestiario.
Ai volontari, i migranti sono apparsi molto stanchi, provati dal lungo viaggio e un po’ impauriti; hanno ricevuto le prime cure e le visite mediche da parte dei sanitari del 118, che li hanno trovati tutti in buone condizioni generali di salute. All’inizio, i profughi si sono rifiutati di parlare e si è reso necessario l’intervento di un interprete per cercare di raccogliere più informazioni possibili.
Si è nel frattempo accertata la nazionalità irachena dei migranti, i quali avrebbero avanzato pure la richiesta di asilo politico. Si era ipotizzato, all’inizio, un loro imminente trasferimento presso il Centro di prima accoglienza di Crotone, ma poi la Prefettura, in accordo con il Comune, ha stabilito che avrebbero dovuto trascorrere la notte a Cariati.
«Con la collaborazione della Protezione Civile e dei sindaci del territorio – ha dichiarato la vicesindaca Ines Scalioti – in poche ore siamo riusciti ad allestire, all’interno del mercato ittico, degli spazi con brandine, lenzuola e coperte per far trascorrere a queste persone in maniera dignitosa la notte. Devo dire anche – ha aggiunto – che è arrivata tanta solidarietà da parte dei cittadini».
Infatti, già dalle prime ore di ieri mattina, ad accorrere sul posto sono stati i volontari della Croce Rossa e quelli della parrocchia San Cataldo con don Rocco Scorpiniti, insieme agli agenti della polizia municipale diretti dal comandante Patrizia Marino e al vicesindaco Ines Scalioti.
Le operazioni di indagine, soccorso e identificazione dei migranti hanno visto un notevole dispiegamento di mezzi e militari, tra cui i carabinieri della locale stazione con il comandante Nicodemo Leone e quelli della Compagnia di Rossano guidata dal capitano Carlo Alberto Sganzerla, del gruppo interforze coadiuvato dalla Questura di Cosenza, della Polizia di Stato di Rossano diretta da Cataldo Pignataro, della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto di Cariati, Corigliano e Crotone. Questi ultimi, hanno effettuando controlli serrati via mare e via terra per cercare di risalire agli scafisti e individuare l’imbarcazione partita dall’Iraq con il carico umano, mentre gli agenti della Polizia di Stato stanno ancora effettuando le ricerche in tutto il territorio circostante per scoprire altri migranti in giro che potrebbero essere fuggiti insieme agli scafisti non appena approdati sul litorale cariatese, prima dell’arrivo dei soccorsi.
Inizialmente, infatti, si era parlato di un numero di 70 cittadini iraniani. Se così fosse, mancherebbero ancora all’appello ancora 12 persone. Il litorale cariatese non è nuovo agli sbarchi: nel 2011 sono approdati in zona San Leo 29 clandestini e, nel 2013, 75 nordafricani. Anche allora, i volontari, le associazioni e la chiesa locale hanno fatto la loro parte.
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