Il monumento funebre di Belmonte Calabro
3 minuti per la letturaBELMONTE CALABRO (COSENZA) – Un progetto di riconversione del mausoleo Michele Bianchi in museo dell’antifascismo. L’iniziativa è stata promossa dall’Anpi, sezione “Antonio Gramsci” del Tirreno Cosentino.
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Oggi, alle 16, è in programma la presentazione dell’iniziativa nel corso di una conferenza stampa in programma su Colle Bastia, alla presenza, tra gli altri, del portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati Alessandro Melicchio.
L’enorme monumento funebre è stato edificato negli anni trenta dal regime fascista in onore del gerarca Bianchi, quadrumviro della Marcia su Roma.
L’idea dell’Anpi è stata, però, sonoramente bocciata dal sindaco di Belmonte, Bruno Francesco: «Chi parla è un antifascista, uno che si vanta di essere di mentalità liberalsocialista. Il monumento a Michele Bianchi – ha detto – nasce come edificazione in onore e omaggio ad un quadrumviro e segretario del primo Partito nazionale fascista. Ma la storia deve essere quella che è stata. Trasformare un monumento architettonicamente del fascio, con la sua storia, in monumento antifascista, mi pare da una parte una pretesa e dall’altra un’ignobile proposta, sia per chi è fascista che per chi non lo è».
All’AdnKronos il sindaco ha spiegato: «Sto lottando per far passare il monumento di Michele Bianchi dal demanio dello Stato al Comune, non fosse altro perché da vari decenni facciamo anche piccoli interventi con le nostre modeste risorse. Ieri ho chiuso l’ultima videoconferenza, andrò ad investire 150mila euro per riqualificare, rivalutare e rimettere in uno stato più presentabile il monumento e l’area antistante. Una volta che il monumento sarà passato al Comune, il Comune dovrà conservarne tutti gli aspetti e i valori che ha rappresentato nel passato e che deve continuare a tramandare nella storia».
Il no del sindaco deriva dal fatto che il monumento «rappresenta la storia per il presente e per i posteri. Di Michele Bianchi noi possiamo pensare e dire ciò che si vuole, ognuno di noi può esprimersi, ma che sia stato un uomo di grande valore per quanto riguarda il primo Statuto dei lavoratori, il partito dei lavoratori, tutti lo sappiamo. E posso pure pensare che se fosse vissuto, come dicono alcuni storici, probabilmente la Seconda guerra mondiale non si sarebbe nemmeno fatta, e se non ci fosse stata la Seconda guerra mondiale, forse non ci sarebbe stato nemmeno lo sterminio degli ebrei».
Poi il sindaco aggiunge: «Credo che il potere di tramutare un monumento storico non ce l’abbia né il sindaco, né il governo. Si potrebbe trasformare in presenza antifascista solo con un referendum cittadino all’unanimità. Se poi fanno una proposta del genere e il ministro la avalla, e dico se, allora significa che la storia non appartiene nemmeno a lui. Io parlo come uomo di sinistra, e dico che tramutare un monumento architettonicamente fascista in monumento antifascista non sarebbe un vanto nemmeno per me. Chi fa queste proposte è un inetto, un poveretto, uno quaquaraquà».
«Ci sono azioni – ha concluso Bruno Francesco – che mirano a valorizzare qualcosa e altre che mirano a disprezzare. E meglio che stiano quieti. Perché non pensano a qualche eroe dell’antifascismo che merita attenzione? La storia non è di tutti. A Belmonte anche la via del municipio è intitolata a Michele Bianchi. E resta via Michele Bianchi. Se poi dopo il mio mandato qualcuno vorrà modificarla, ne prenderò atto anch’io».
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