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La protesta per la riapertura al traffico di via Roma a Cosenza

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COSENZA – Oltrepassano il cordone arancione che circonda la piazza. E si posizionano al centro dell’isola pedonale, decisi a continuare la loro battaglia, riottosi ad accettare una decisione che avvertono come profondamente ingiusta.

Con l’inizio dei primi lavori per lo smantellamento di piazza Rodotà, i genitori delle scuole Lidia Plastina Pizzuti e Zumbini sono tornati a fare sentire la loro voce. «Quello di oggi è un atto di disobbedienza necessario: per i bambini è stato terribile svegliarsi e trovare recintata la loro piazza» ha detto il preside della scuola elementare Massimo Ciglio durante il presidio di questa mattina organizzato proprio in piazza Rodotà. Definendo «brutale» l’azione del sindaco, che, dice, «non risolverà così il problema del traffico a Cosenza».

Dalla recinzione già squarciata in più punti fa capolino la lunga fila di cartelli affissi da molti studenti nei giorni scorsi. «La piazza è di tutti noi: sindaco non puoi toglierla!», «Lavori del cavolo» recitano molti. E poi ci sono i più crudi: «Fai schifo», «Maiale assassino», «Sindaco pelato», «Caruso = zucca vuota».

I capigruppo di maggioranza – in un comunicato reso pubblico ieri- li considerano in realtà opera di docenti e genitori, in quanto «volgarità che non possono venire dai bambini, altrimenti l’analisi sarebbe più preoccupante e più approfondita». Ma i manifestanti rimandano le accuse al mittente.  «I bambini hanno scelto di scrivere queste cose in modo assolutamente autonomo. Li abbiamo lasciati liberi di fare quello che volevano»; «I nostri figli non vivono in una bolla, sentono quello che sta succedendo come una cosa grave e dicono la loro»; «Chi parla di strumentalizzazioni sottovaluta i ragazzi, che sono svegli e dotati di intelletto» – dichiarano molti di loro. E anche il preside Ciglio si scaglia poderosamente contro la nota stampa diramata da Palazzo dei Bruzi. «E’ una cosa meschina e vergognosa – tuona senza prendere fiato -. I consiglieri comunali non si sono mai interessati ai problemi della scuola e dei bambini e improvvisamente si ergono a moralisti per quattro cartelli, ci tengo a sottolinearlo, scritti in modo assolutamente autonomo dai ragazzi».

Tutte lamentale pensate appositamente, è l’accusa del dirigente all’amministrazione, per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vera questione sul tavolo, che è quella dello smantellamento dello spazio. Nel frattempo, da Ciglio stesso arriva l’annuncio di un ricorso al Tar per bloccare la manovra del Comune. Che non terrebbe conto, secondo lui, «degli interessi di sicurezza, salubrità, aria e spazio della scuola, e allora forse potrebbero esserci dei margini di manovra». La speranza, naturalmente, è quella di annullare i lavori. O almeno di ritardarli. Ma all’orizzonte, almeno per il momento, non si intravedono segnali di apertura da parte dell’amministrazione.   

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