La manifestazione di Corigliano Rossano
3 minuti per la letturaCORIGLIANO ROSSANO (COSENZA) – La città di Corigliano-Rossano non ci sta ai recenti episodi verificatesi nelle ultime settimane nell’area urbana di Rossano e si oppone con un imponente flash mob tenutasi nella serata dello scorso sabato 31 luglio in piazza San Bartolomeo ad alcune centinaia di metri dell’ultimo pestaggio e all’incendio dell’autovettura Alfa Romeo 154 in uso al noto pregiudicato rossanese G.S. (ora in carcere), nel cuore del centro storico bizantino, per chiedere più attenzione allo Stato e schierarsi al fianco dei cittadini.
Una manifestazione, adiacente all’ex Palazzo di Città di Piazza SS. Anargiri, del già Comune di Rossano, e all’attuale sede del Consiglio Comunale di Corigliano-Rossano, per dire “no” alla recrudescenza del fenomeno criminoso che in questi ultimi mesi sta colpendo l’intera comunità.
“A Corigliano Rossano non attacca”, lo slogan coniato per l’occasione con un grande striscione. Un no deciso al nuovo avanzare del fenomeno criminale. Diverse le presenze all’evento, fra questi tanti giovani, con magliette bianche, palloncini bianchi, verdi e azzurro, poi fatti volare in aria, e tanti striscioni inneggianti alla legalità, del tipo: “Il silenzio è mafia”.
In pole position l’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano con il Sindaco Flavio Stasi in fascia, la Diocesi di Rossano-Cariati con l’Arcivescovo, monsignor Maurizio Aloise,irappresentanti sindacati di Cgil, Cisl, Uil, le forze sociali, le associazioni. Presente fra le figure istituzionali In mezzo a loro, a imporre un segnale forte della presenza dello Stato in una lotta per la legalità che deve diventare concreta e duratura, il Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio.
Il Prefetto – che a giorni lascerà il proprio incarico per andare a ricoprire quello di vice capo nazionale dei Vigili del Fuoco – prima della manifestazione ha effettuato, insieme al Sindaco Flavio Stasi, un sopralluogo per le vie della città antica bizantina, per conoscere personalmente ed osservare.
«Il messaggio che voglio mandare – ha detto il Prefetto Guercio – e che si le istituzioni devono lavorare ma hanno bisogno di sinergia con voi, e voi potete isolare una pianta malata che sta contaminando il vostro terreno fertile e produttivo. Non vogliamo che la criminalità organizzata penalizza Corigliano-Rossano, ma la Calabria in generale. Il messaggio che può partire da voi deve essere trasmesso anche alle altre realtà territoriali, perché purtroppo la criminalità organizzata non è infiltrata soltanto qui, ma è un malessere che pervade tuta la Calabria, sono contenta di essere qui per dirvi la vicinanza dello Stato».
«Fede in Dio e malavita – ha rimarcato l’Arcivescovo mons. Aloise – non può andare a braccetto. Chi pensa di essere credente e ladri e praticare la giustizia ha proprio sbagliare l’itinerario di fede. Stasera abbiamo piantato un piccolo seme, non è che questa manifestazione ha risolto il problema, ma nella logica del Vangelo il piccolo seme che è il granellino di senapa piantato nel terreno fertile diventa un arbusto, un albero buono».
«Deve essere un segnale chiaro – ha precisato il Sindaco Flavio Stasi – che deve arrivare sia a questi soggetti e deve arrivare anche al cuore dello Stato. Che nessuno insinui che la comunità di Corigliano-Rossano ha delle aderenze con questi soggetti, la nostra è una comunità perbene produttiva che ha bisogno di avere l’attenzione dello Stato che da troppo tempo manda, merita i rafforzamenti promessi da tempo. Non ci sono alibi per chi deve intervenire, per chi deve rafforzare gli organici, per chi deve dare la giusta attenzione a questo territorio».
Infine i sindacati si sono soffermati sulla soppressione del Tribunale, per avere una presenza forte e rassicurante dello Stato.
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