Migranti in uno spazio della Croce Rossa
3 minuti per la letturaCOSENZA – Dice monsignor Savino: «È molto facile puntare il dito contro a quella Ong o Cooperativa che ha sbagliato senza, tuttavia, guardare a se stessi: a ciò che si fa, in prima persona e in base al proprio ruolo istituzionale, per i migranti. Spesso, a livello politico, conviene nascondersi dietro alla mele marce. E poi, voglio essere chiaro, su cento mele, posso assicurare che una può essere effettivamente marcia, le altre novantanove sono ottime».
Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente della Cei per l’Italia meridionale, commenta le ultime dichiarazioni del governatore Roberto Occhiuto su chi arriva da lontano e cerca accoglienza (LEGGI). Il presidente ha, infatti, affermato che esistono «aziende o coop che a volte speculano sull’accoglienza considerandola una ragione di profitto». È a ciò che “replica” Savino. «Nella mia vita – dice il vescovo – ho conosciuto una molteplicità di realtà d’accoglienza serie, dalla gestione rigorosa. Anzi – chiosa – credo che siano caratterizzate da una carenza di risorse economico-finanziarie: tutta questa bella gente che aiuta dovrebbe a sua volta venire aiutata. Credo proprio sia giunta l’ora di far seguire alle parole, agli slogan politici, i fatti».
Un invito, quello del vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, che travalica i confini regionali, volendo arrivare fino all’Europa. «L’Ue, se c’è – dice ancora monsignor Francesco Savino -, batta un colpo e inizi a gestire il fenomeno migratorio in maniera strutturale e non più emergenziale».
Ma non finisce qui. Per il vescovo di Cassano allo Jonio a cambiare deve essere il concetto stesso di democrazia. «Dobbiamo essere più inclusivi, trasformare la civiltà in responsabile. Una democrazia – dichiara sempre Savino – che esclude, come dice Papa Francesco, diventa populismo. O dittatura. Noi – continua – dobbiamo semplicemente parlare di “corsi e ricorsi storici”: ce li ricordiamo i nostri nonni, partiti per la Germania con la valigia di cartone? Comprendiamo che l’America sia oggi frutto di un meticciato? Se pensiamo a tutto questo, e anche al fatto che oggi gli italiani del mondo sono un numero superiore ai migranti che arrivano da noi, forse impareremo dalle grandi lezioni che la Storia, quella con la esse maiuscola, ci ha dato e ci dà».
Monsignor Savino, inoltre, ribadisce un concetto più volte espresso, un concetto a cui tiene particolarmente e che riguarda il rapporto dell’Europa con l’Africa e quindi con i migranti. «Diciamo stop agli atavici atteggiamenti colonialistici che assumiamo – rilancia il vescovo – Un giorno le future generazioni guarderanno agli accordi tra Italia e Libia come la “nuova Auschwitz”. Lo stesso potrebbe accadere per gli accordi con la Tunisia. Lancio un appello al Governo, e ai governi – dice ancora Savino -. Questa non deve più essere l’ora del “politicamente corretto”. Sia, al contrario, il momento della verità e del coraggio: coraggio di accogliere». E accogliere è possibile anche e soprattutto «nei piccoli borghi, spopolati e abbandonati, della Calabria». «A mio parere – conclude il vicepresidente ella Cei per il Sud Italia – i migranti sono e devono rappresentare una rinascita: una ricchezza per le periferie del mondo. E non solo».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA