Il viadotto Cannavino di Celico
4 minuti per la letturaCELICO (CS) – La storia potrebbe essere riscritta per la statale 107 silana crotonese: Anas annuncia che attualmente è in fase di attuazione la redazione di un progetto che prevede la realizzazione di un nuovo viadotto con campate in acciaio/calcestruzzo, in affiancamento a quello esistente, il ponte di Celico che per decenni ha tenuto sotto scacco due province calabresi (Cosenza e Crotone), l’intero Altopiano e l’area pre-montana.
Nel tempo gli interventi di manutenzione e di miglioramento strutturale a cui la struttura è stata sottoposta sono stati molteplici così come gli appelli lanciati dai vari enti, dai comitati, da diversi esponenti della politica e dai cittadini che lo hanno ribattezzato il “ponte della paura” premendo sulla necessità di una messa in sicurezza urgente della struttura.
Nella recente nota dell’Anas viene anche riportato quanto segue: «Una volta realizzata la nuova opera, si provvederà alla demolizione del viadotto esistente, risanato al fine di garantire, fino al completamento dei lavori, la continuità del traffico lungo la strada statale 107». Inoltre, viene precisato che: «nel mese di novembre Anas ha inviato al Ministero dell’Ambiente il progetto della nuova opera per essere sottoposto alle autorizzazioni previste dalla normativa vigente in materia».
Si tratta di un cambio di programma radicale rispetto alle precedenti intenzioni. Quella del Cannavino è una storia travagliata e troppo lunga da raccontare dal principio tutta d’un fiato, ma attraverso una sintesi degli ultimi anni è facilmente comprensibile quanto la situazione sia complessa. Nel 2019 vengono consegnati i lavori per l’opera di restyling da svolgere in due fasi, una relativa agli interventi di rinforzo delle pile e delle spalle tramite ripristini corticali con prodotti super-performanti e l’altra relativa agli interventi di adeguamento sismico dell’impalcato tramite la realizzazione ex-novo di una post-compressione che doveva interessare l’interno delle travi cassone. Per l’esecuzione si prevedeva una durata di 250 giorni naturali e consecutivi e una chiusura totale di 8 mesi.
L’importo dei lavori comunicato era di «3 milioni e 600 mila oltre a 600 mila euro per l’adeguamento e la messa in sicurezza delle strade provinciali e comunali interessate dai percorsi alternativi». Ricomincia un periodo di tribolazione per i residenti e non solo che denunciano «ritardi, rinvii, cantieri a singhiozzo, chiusure totali o parziali durante la stagione turistica, l’isolamento delle aree interne, l’interruzione della viabilità che riguardava altri viadotti collocati sulla stessa arteria, il mancato rispetto del cronoprogramma, percorsi alternativi non idonei». La situazione si complica con la pandemia. Prontamente Anas rispondeva dando le proprie motivazioni. Il tutto prosegue fino allo scorso maggio quando l’Azienda comunica attraverso una nota che «nel corso del completamento dei lavori di adeguamento statico, comprendenti tra l’altro il risanamento corticale delle opere in elevazione, a seguito delle ulteriori evidenze derivanti dalle nuove indagini e dal continuo monitoraggio sull’opera, Anas ha ritenuto di procedere con l’esecuzione di un intervento più approfondito consistente nella sostituzione dell’impalcato, in luogo della sola manutenzione prevista dal progetto».
Si apprende, inoltre, che Anas aveva provveduto a notificare all’appaltatore aggiudicatario di Accordo Quadro di lavori di manutenzione il recesso dal contratto per l’esecuzione dei lavori di adeguamento statico del viadotto. Alla comunicazione del nuovo impalcato apriti cielo. Scoppia la polemica tra i residenti. La discussione che coinvolge nuovamente operatori e commercianti della presila e dell’Altopiano per via del covid si sposta in Rete. I programmi prevedevano il completamento delle attività progettuali per il nuovo impalcato entro la fine dell’estate e senza soluzione di continuità, l’affidamento dei nuovi lavori, in regime di accordo quadro, ad una delle imprese già contrattualizzate da Anas. Il sindaco di Spezzano Sila, Salvatore Monaco, in un’intervista rilasciata al Quotidiano del Sud lo scorso 16 maggio proponeva la ricostruzione ex novo del viadotto: «Ritengo che per l’importanza della statale 107 che è una delle strade principali di collegamento della nostra provincia e della Calabria, servano delle risorse ad hoc che possano consentire ad Anas di realizzare un progetto di ristrutturazione definitivo o in alternativa una ricostruzione ex novo del viadotto Cannavino».
Oggi l’annuncio di Anas della redazione del progetto di un nuovo viadotto. A proposito di fondi invece: «Sono 17 milioni e 203 mila euro i contributi previsti dal Fondo complementare al PNRR, fino al 2026, per la manutenzione straordinaria delle strade delle aree interne della Calabria». Ad annunciarlo il deputato calabrese del M5S Alessandro Melicchio che spiega anche la ripartizione delle somme tra le zone interne.
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