La casa circondariale di Paola
3 minuti per la letturaLa Procura avvia un’inchiesta dopo l’esposto dei familiari di un 21enne trovato morto a giugno nel carcere di Paola: non convince l’ipotesi di suicidio
PAOLA – E’ uno dei cinquanta detenuti che si sono tolti la vita in carcere in Italia dall’inizio dell’anno. Non è purtroppo un “numero” e i familiari nutrono anche forti dubbi sul gesto estremo compiuto dal 21enne. Potrebbe non trattarsi di un suicidio. E’ il motivo per cui hanno chiesto ed ottenuto l’apertura di una indagine da parte della procura di Paola. C’è un fascicolo contro ignoti. Riguarda Giuseppe Spolzino, un giovane di 21 anni, di Sala Consilina in provincia di Salerno. L’esame autoptico eseguito all’ospedale di Cetraro e sarebbe in corso un procedimento contro ignoti che punta a stabilire soprattutto le cause del decesso e poi altri eventuali problemi collaterali come una possibile conseguenza dell’affollamento delle carceri. Perché, fra l’altro, è dovuto proprio alle condizioni della popolazione carceraria il trasferimento del 21enne alla casa circondariale di Paola.
Tra le questioni sollevate dai familiari, che solo nei giorni scorsi hanno potuto svolgere la cerimonia funebre, i dettagli relativi al ritrovamento del corpo del giovane e le modalità del presunto suicidio.
Giuseppe Spolzino era stato portato nel carcere di Poggioreale, a Napoli, e successivamente agli arresti domiciliari a Scalea, in quanto ritenuto incompatibile con il regime carcerario. Il giovane, che doveva scontare una pena a 3 anni e 6 mesi di reclusione, dopo una sentenza in abbreviato del Tribunale di Lagonegro, era in attesa di presentare un ricorso alla Corte d’Appello di Potenza. Dopo dieci giorni di regime carcerario a Paola, il giovane salese è deceduto nella serata di domenica 30 giugno, intorno alle 22.00. Giuseppe Spolzino aveva ricevuto la visita del padre, martedì 25 giugno, e giovedì 27 giugno quella dell’avvocato. Era programmato anche un colloquio con la psicologa del carcere. Nel frattempo seguiva un corso di giustizia riparativa. Secondo quanto è emerso si è impiccato con il lenzuolo nella doccia della sua cella, ma i familiari sollevano diversi dubbi. Spolzino sarebbe uscito nel 2027.
“Altro che risocializzazione – scrivono i sindacati in riferimento al sovraffollamento degli istituti di pena – le carceri ormai sono luoghi di morte”. Il sovraffollamento è indicato tra le principali problematiche di chi vive in carcere. Tutta questa vicenda non può non suscitare l’ennesima riflessione sulla chiusura del carcere di Sala Consilina, che avrebbe ospitato circa 30 detenuti fornendo risposte sul territorio, sostengono i sindacati, senza sovraffollamento e in migliori condizioni di vivibilità. Lo stesso Spolzino se l’istituto carcerario salese fosse stato ancora aperto non sarebbe finito a Paola. Da otto anni invece ci si continua a lamentare della chiusura e delle sue conseguenze. Secondo i dati del Garante dei detenuti, la capienza è oltre il 130 per cento. Stando all’ultimo monitoraggio dell’associazione Antigone, allo scorso 11 luglio nel carcere di Paola (dove si è verificato l’ultimo suicidio) erano presenti 187 detenuti su una capienza di 181 posti disponibili.
In totale la capienza massima in Italia superata di oltre 14.500 detenuti. In questo contesto occorre ricordare che da nove anni è chiusa la casa circondariale di Sala Consilina.
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