Il procuratore Eugenio Facciolla
2 minuti per la letturaCASSANO ALLO IONIO (COSENZA) – Secondo gli inquirenti avevano messo in piedi una organizzazione tesa a estorcere denaro alle attività produttive del territorio e, quando l’estorsione non riusciva, pronta a mettere in atto danneggiamenti e incendi.
I carabinieri, quindi, hanno condotto un’operazione nella frazione Lauropoli di Cassano allo Ionio per l’esecuzione di cinque provvedimenti di fermo nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di estorsione in concorso, tentata estorsione e danneggiamento a seguito di incendio in concorso.
I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. All’operazione, denominata “Nerone”, hanno partecipato 60 militari della Compagnia carabinieri di Castrovillari coadiuvati da personale del Comando provinciale di Cosenza e da militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia.
Quattro incendi – in uno dei quali sono state distrutte 12 auto di un autosalone – ed almeno cinque atti intimidatori con l’utilizzo di bottiglie contenetti benzina e proiettili: era il modus operandi della banda di estorsori sgominata dai carabinieri con l’operazione denominata Nerone.
Al termine delle indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Castrovillari guidati dal maggiore Giovanni Caruso e coordinate dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e dal pm Simona Manera, sono stati sottoposti a fermo Cosimo Abbruzese, detto Coco, di 28 anni, Francesco Abbruzzese (23), Salvatore Lione (23), Fabiano Falcone (26) e Francesco Cavaliere (34).
Sono accusati di essere i presunti responsabili di alcuni episodi estorsivi e incendiari consumatisi nelle ultime settimane ai danno di imprenditori.
Il gruppo, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa, realizzava sopralluoghi sugli obiettivi da colpire prima di mettere a segno la strategia criminale, parlando apertamente di quelli da minacciare e quelli da «non toccare» perché probabilmente già assoggettati.
Il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha detto: «Avevano intenzione di sottomettere tutte le attività commerciali di Castrovillari, e la loro pericolosità era proprio nella prospettiva futura».
«Erano convinti che avrebbero messo a ferro e a fuoco Castrovillari, tutti dovevano pagare – ha detto ancora Facciolla – ed agivano con una sfrontatezza unica, per noi questa è stata come una dichiarazione di guerra».
Il maggiore dei Carabinieri Giovanni Caruso ha anche raccontato che proprio questa notte, mentre i militari si stavano preparando all’operazione, c’è stata una telefonata di un cittadino. «Un cittadino onesto che ha raccontato di aver udito dei colpi di arma da fuoco – ha detto il maggiore – ed era l’ennesima intimidazione ai danni di un bar di Castrovillari».
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