Il tribunale di Castrovillari
2 minuti per la letturaCASTROVILLARI (COSENZA) – Secondo i certificati prodotti avrebbero dovuto essere a casa ad accudire dei familiari ma in realtà si assentavano per sbrigare le proprie attività tra cui anche la partecipazione in platea ad una delle serate del Festival di Sanremo documentando l’esperienza anche con un video postato sui social network.
L’accusa nei confronti di due dipendenti dell’Arcea, l’agenzia della Regione Calabria che si occupa delle erogazioni in agricoltura, entrambi 39enni, è di truffa ai danni dello Stato e di falso, in quanto i due, secondo quanto emerso dalle indagini, fruivano di permessi rilasciati in base alla legge 104 per assistere parenti disabili ma, in realtà, avrebbero utilizzato i giorni di assenza, retribuiti dall’Inps, per adempiere a incombenze private, anche fuori regione, e per partecipare a spettacoli ed eventi televisivi
Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonino Iannotta della procura di Castrovillari diretta dal procuratore Eugenio Facciolla, è emerso che i due dipendenti, per fruire dei benefici di legge, avevano appositamente e fittiziamente variato la propria residenza a casa di congiunti disabili e bisognosi di assistenza. Grazie a servizi di appostamento e pedinamento, a riprese video e fotografiche e al riscontro del traffico telefonico, i finanzieri hanno constatato come gli indagati abbiano truffato l’Ente dove lavorano grazie al cambio di residenza.
In tal modo i due avrebbero truffato sia l’Ente che l’Inps, chiamata a rimborsare la quota di retribuzione anticipata dal datore di lavoro. Secondo l’accusa, nel triennio 2017-2019, gli indagati si sarebbero assentati per 117 giorni di permessi retribuiti e 169 giorni di congedi retribuiti, per un importo complessivo percepito indebitamente di circa 23 mila euro.
«È stato infatti constatato – si legge in una nota della Procura – come gli indagati abbiano truffato l’ente dove prestano servizio, grazie a un cambio di residenza ad hoc e alle false dichiarazioni nelle quali hanno fittiziamente attestato di convivere e prestare assistenza in via continuativa ed esclusiva ai rispettivi parenti disabili. Con tali comportamenti – come detto – i dipendenti hanno leso sia l’ente pubblico di appartenenza, che ha dovuto fronteggiare l’assenza dei propri lavoratori, che l’Inps, chiamata a rimborsare la quota di retribuzione anticipata dal datore di lavoro».
Al termine delle indagini, i finanzieri hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Castrovillari, per i reati di falsità materiale e truffa ai danni dello Stato i due dipendenti pubblici, che ora rischiano, oltre alla restituzione dell’indebito percepito e il procedimento disciplinare da parte dell’Ente di appartenenza, la pena della reclusione da 1 a 6 anni e della multa sino a 1.549 euro.
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