Il materiale utilizzato dalla banda di slavi per le rapine
3 minuti per la letturaCORIGLIANO-ROSSANO (COSENZA) – I militari della Compagnia Carabinieri di Corigliano Calabro nella notte del 28 settembre hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto l’ultimo dei ricercati di una banda di origini slave dedita a furti e rapine in abitazioni, condotte anche con modalità efferate: si tratta di un 24enne di Napoli, avente origini serbe e con diversi precedenti specifici.
La vicenda risale al 5 luglio scorso, quando ad Albidona (in provincia di Cosenza) un gruppo di persone di origine slava faceva irruzione in un’abitazione, approfittando della momentanea assenza dei padroni di casa, allo scopo di razziare gioielli e monili in oro.
Ma ad un certo punto la proprietaria di casa insieme alla figlia sono rincasati e la banda è stata sorpresa nel rovistare nei vari ambienti domestici. Nel tentativo di guadagnarsi la fuga ed assicurarsi il bottino, due malviventi si sono accaniti nei confronti delle donne, afferrandole e colpendole.
Le indagini da parte della Stazione Carabinieri di Trebisacce, unitamente al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Corigliano Calabro e alla Stazione Carabinieri di San Giorgio Albanese, hanno individuato una banda di soggetti di origine slava, sulle cui tracce si stava lavorando da tempo, come probabili autori di diversi episodi verificatisi su gran parte del territorio regionale, tutti contraddistinti dal medesimo modus operandi: furti all’interno di abitazioni momentaneamente disabitate, violenze fisiche nei confronti dei proprietari di casa che fossero rincasati durante le loro operazioni, l’utilizzo di macchine di grossa cilindrata, anche con targhe straniere, appositamente modificate ed alcune dotate di bitonali e sirene per assicurarsi la fuga dalle forze dell’ordine.
Una volta individuati i responsabili tramite complesse indagini, anche di natura tecnica, sono state estese le attività di ricerca a tutti i Reparti del Comando Provinciale di Cosenza Già la notte del 10 Luglio sul lungomare di Corigliano Calabro si riusciva a fermare uno degli autori della rapina di Albidona (LEGGI LA NOTIZIA), Elvis Radosavljevic, 24 enne di origine serba e residente presso il campo nomadi di Secondigliano, con precedenti specifici.
Lo stesso, dopo la convalida del fermo e la sottoposizione a misura cautelare, si trova ancora presso la Casa Circondariale di Castrovillari.
Inoltre le indagini hanno permesso di scoprire anche l’officina di Corigliano Calabro, dove la banda custodiva, lontano dagli occhi indiscreti, le autovetture utilizzate per i colpi.
Venivano sequestrate una Mazda 3 modificata e su cui si acclarava la presenza di un sistema di sirene e bitonali, un’Audi A4 con motore potenziato e targhe straniere, una Fiat Bravo ed una Bmw Serie 5, anch’essa munita di sistema di sirene e bitonali. Venivano rinvenuti e sequestrati indumenti vari, copricapi, passamontagna, guanti e martelli da scasso utilizzati dalla banda per perpetrare i colpi.
Le indagini permettevano successivamente di individuare un secondo complice R.B., serbo di 36 anni e residente presso il campo nomadi di Secondigliano, il quale veniva deferito a piede libero per concorso in rapina, la cui posizione è tutt’ora al vaglio dell’A.G. Ieri, infine, veniva trovato ed arrestato l’ultimo componente della banda, che dopo il fermo del complice, si era dato alla macchia, facendo perdere le sue tracce. Lo stesso veniva fermato dai Carabinieri di Manduria durante un normale controllo alla circolazione stradale e grazie all’osmosi informativa che da sempre lega tutti i Comandi dell’Arma, immediatamente venivano allertati i militari della Compagnia di Corigliano Calabro, che conducevano il rapinatore presso gli uffici del Comando. Lo stesso veniva identificato in Sasa Radosavljevic, 24 enne di origine serba e residente presso il campo nomadi di Secondigliano, con precedenti specifici.
A seguito dei gravi indizi di colpevolezza acclarati nei confronti del fermato e tenuto conto del pericolo di fuga, reso ancor più consistente dal fatto che si era reso irreperibile subito dopo le indagini che avevano portato all’arresto del suo complice, d’intesa con il Sostituto Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Luca Primicerio e con il Procuratore Capo, Eugenio Facciolla, si procedeva ad eseguire il fermo di indiziato di delitto e l’arrestato veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Castrovillari.
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