Un arresto messo a segno dai carabinieri
2 minuti per la letturaCORIGLIANO CALABRO (COSENZA) – Una vera e propria organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti è stata sgominata nel cosentino dai carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro che hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere e tre ai domiciliari, e notificato tre obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria. Nel corso dell’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, sono stati sequestrati anche 650 grammi di cocaina e 40 mila euro in contanti.
LE PERSONE ARRESTATE E COINVOLTE NELL’OPERAZIONE
In carcere sono finiti
- Luigi Praino, 53 anni, di Trebisacce,
- Giovanni Guidi (46), di Corigliano Calabro.
Nabil Arabi (33), nato in Marocco ma residente a Corigliano, risulta irreperibile. Ai domiciliari sono finiti:
- Biagio Casella (44), di Cassano allo Ionio,
- Mohamed Nassir (32) marocchino,
- Simone Cimino (36), di Corigliano.
Dovranno presentarsi alla Polizia Giudiziaria Nikola Liskova (44), nata nell’ex Cecoslovacchia, Alfonso Fiorito (32), ed Alfonso Scarcella (26).
L’INDAGINE
L’indagine che ha portato alla scoperta del giro di spaccio di droga è partita nel 2014 quando due persone hanno denunciato Praino per lesioni e tentata estorsione.
Dopo la denuncia, i carabinieri hanno monitorato Praino, accertando gli incontri con gli altri arrestati, che avvenivano in un agriturismo di sua proprietà, mirati ad organizzare la rete di spaccio della droga. Secondo quanto appurato dalle forze dell’ordine, il principale sospettato per organizzare la rete di distribuzione della sostanza stupefacente si avvaleva della collaborazione della convivente Nikola Liskova. Nel corso degli incontri, nei quali gli arrestati usavano un linguaggio definito dagli inquirenti come “criptato”, venivano organizzate le modalità del taglio, del confezionamento, del trasporto e dell’immissione sul mercato della cocaina, risultata provenire dalla provincia di Reggio Calabria.
Stretti collaboratori di Praino, secondo l’accusa, erano Guidi e Cimino, i quali ogni settimana si recavano nell’agriturismo per prelevare ingenti quantitativi di droga. Altre dieci persone sono state denunciate, a vario titolo, nell’ambito della stessa indagine, in stato di libertà.
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