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Il gol di Rep nella finale di Coppa dei Campioni tra Ajax e Juventus

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QUANDO eravamo ragazzini, pur se non eravamo juventini, noi ragazzi degli anni Settanta, eravamo orgogliosi di quella figurina Panini di un calabrese nato e cresciuto in provincia di Cosenza. Era Silvio Longobucco, morto oggi a 71 anni (LEGGI). Nella sua blasonata carriera gli pesava che un marcatore pugnace come lui nel 1973 alla finale di Coppa dei Campioni (all’epoca si chiamava così) a Belgrado, al quarto minuto del primo tempo era stato superato di testa da Rep dell’Ajax con una parabola diabolica che aveva battuto l’incolpevole Dino Zoff. Gol decisivo per gli olandesi.

La vicenda era stata ripresa sulla Gazzetta dello Sport, grazie al bel giornalismo di Sebastiano Vernazza che con la collaborazione di Alessandro Russo (attuale addetto stampa del Cosenza) avevano messo in moto la moviola di ricordi del campione di Scalea.

“L’olandese mi impedì di saltare a dovere, mise il braccio sinistro sulle mie spalle e mi tenne giù: il gol era da annullare” rievocò Silvio a Vernazza nel 2009. La versione di Rep invece fu che “Blankenburg fece spiovere un pallone. Saltai con Longobucco e sfiorai la palla, che con uno strano effetto scavalcò Zoff. Provai incredulità. Sentii alcuni juventini lamentarsi col portiere, lo accusavano di non essere uscito sul cross”. Secondo Johnny Rep “Zoff e Longobucco incolpevoli, la mia deviazione fu fortunosa”.

Gol da annullare per Longobucco, una dichiarata botta di culo per l’attaccante olandese.

Longobucco che doveva andare a giocare con i granata del Toro e approdò invece alla corte di Gianni Agnelli, appassionato di macchine sportive, aveva guidato Ferrari, Jaguar, Bmw, mai ebbe una Fiat; alla Juve gli fecero vendere anche una moto perché era pericoloso per un giocatore.

Appassionato di vita, politica e caccia. Si portava addosso anche il dolore del fratello Domenico morto a 18 anni in un incidente stradale. Era anche lui calciatore. Gli fece intitolare lo stadio che Silvio volle in terreno sintetico. Chiuse la carriera con il Cosenza. Alzò al cielo la coppa del Torneo Italo inglese. Segnò anche il primo gol nella finale al San Vito contro il Padova quel 25 aprile 1983 finita due a zero. Non sarà stata la Coppa dei Campioni di Belgrado. Ma anche quella è polvere di stella. Una stella calabrese chiamata Silvio Longobucco.

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