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Il tribunale di Paola

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Cetraro, presunta truffa sui prelievi di sangue: Indagati anche politici locali e infermieri, i fatti risalgono al 2020 e al 2021

CETRARO (COSENZA) – Devono rispondere, a vario titolo, del presunto reato di truffa e del presunto reato previsto dall’articolo 481 del codice penale gli indagati coinvolti nell’ambito di una recente attività istrutturia della Procura di Paola, coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni.

In particolare, l’articolo 481 contestato ad alcuni degli indagati si riferisce a presunti reati “commessi da chiunque, nell’esercizio di una professione sanitaria o forense, o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente, in un certificato, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità”.

Sarebbero in tutto almeno 24 le persone coinvolte, a vario titolo, nell’indagine che si riferisce a fatti che sarebbero avvenuti ai danni dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, e, in particolare nell’ambito delle attività svolte nell’ospedale Iannelli di Cetraro, in pieno periodo Covid, tra il 2020 e il 2021.

CETRARO, TRUFFA SUI PRELIEVI DEL SANGUE, COINVOLTI ANCHE DIPENDENTI DEL SETTORE INFERMIERISCO DELL’OSPEDALE

Coinvolti alcuni dipendenti nel settore infermieristico del reparto di medicina del nosocomio di Cetraro, ma anche alcuni esponenti politici e sindacalisti fra i comuni di Cetraro e Belvedere Marittimo. Gli indagati, da quanto si è appreso avrebbero creato delle false richieste di esami di laboratorio su campioni ematici, attestando falsamente che si trattassero di esami per pazienti ricoverati nel reparto di medicina.

Le provette contenenti il campione ematico, unitamente alla presunta falsa richiesta, sarebbero giunte al laboratorio analisi dell’ospedale, cosi traendo in errore il personale sanitario preposto circa la genuinità delle richieste effettuate, che avrebbe eseguito le analisi richieste consegnando i relativi esiti, inoltrati a mezzo canale whatsapp e “conseguendo un ingiusto profitto consistito nel mancato pagamento del ticket per la prestazione sanitaria indebitamente conseguita a danno dell’Asp, di Cosenza.

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