L'ex assessore di Rende Pino Munno
1 minuto per la letturaCOSENZA – Proseguono gli interrogatori di garanzia degli oltre duecento indagati nel blitz “Reset” che ha disarticolato le principali cosche di ‘ndrangheta operanti nel Cosentino.
I riflettori sono puntati sugli esponenti del mondo politico coinvolti nell’inchiesta: dopo il sindaco di Rende Marcello Manna, oggi è toccato all’assessore ai Lavori pubblici della cittadina d’oltre Campagnano, Pino Munno, ai domiciliari poiché considerato dai pm della Dda tra i fautori del presunto accordo elettorale politico-mafioso che avrebbe determinato la rielezione di Manna nella tornata per le Comunali del 2019.
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Al gip del Tribunale di Cosenza Letizia Benigno, delegata del gup di Catanzaro, Munno – difeso dall’avvocato Enzo Belvedere – ha professato la propria innocenza, dichiarandosi estraneo ad ogni accusa; tesi, questa, ribadita all’interno di una «lunghissima ed esaustiva» memoria difensiva depositata al termine dell’udienza, contestualmente al ricorso presentato presso il Tribunale della Libertà.
Sempre nella mattinata di ieri e sempre innanzi al giudice del Tribunale bruzio, l’assessore alla Manutenzione del Comune di Cosenza, Francesco De Cicco, anch’egli ai domiciliari, ha rilasciato dichiarazioni spontanee in merito al suo coinvolgimento nell’operazione “Reset” in qualità di – è la tesi degli inquirenti – “collaboratore” dell’associazione a delinquere riconducibile al duo Chiaradia-Orlando e finalizzata a gestire in modo illecito l’attività di gaming.
Difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Cristian Bilotti – che al momento non hanno inteso presentare istanza di revoca della misura cautelare disposta nei suoi confronti – De Cicco ha dunque risposto alle domande protestandosi innocente.
Ricordiamo che i due amministratori sono stati sospesi dalle loro funzioni con apposito provvedimento della Prefettura per effetto dell’art. 11 della Legge Severino.
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