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COSENZA – Aveva solo 14 anni quando accusò il suo maestro di musica, all’epoca trentaduenne, di averla palpeggiata durante una lezione. Correva l’anno 2009, e per quei fatti Salvatore De Marco, originario di Belsito, ha conosciuto prima l’onta dell’arresto (per quaranta giorni) e poi, nel 2015, la gioia di un’assoluzione. Ora, però, al termine del secondo processo d’appello è arrivata la sua condanna a un anno e otto mesi di reclusione.

Un processo tormentato anche in virtù dell’annullamento della sua condanna a due anni disposto in precedenza dalla Cassazione, circostanza che ha portato al replay del secondo grado di giudizio durante il quale in aula è stata risentita l’ormai ex ragazzina, oggi maggiorenne, per tentare di capire cosa accadde veramente nell’ex sede del Comune di Grimaldi utilizzata dall’associazione musicale di cui faceva parte De Marco.

I fatti contestati spaziano tra il settembre del 2008 e il maggio del 2009. È in quel periodo che l’allora minore decide di confidarsi con la madre, raccontandole dei palpeggiamenti che, a suo dire, subiva tra una lezione di pianola e una di fisarmonica. Viene poi ritenuta credibile da un’equipe di neuropsichiatri infantili e, in seguito, conferma la propria versione dei fatti in aula.

Di tutt’altro avviso la difesa dell’imputato che insiste sulle contraddizioni emerse dal suo narrato, evidenziando come nella struttura di Grimaldi fosse impossibile abusare di qualcuno, visto che la stessa era frequentata dai familiari degli allievi. Anche De Marco si proclama innocente e alla fine i giudici di Cosenza gli danno ragione; quelli di Catanzaro no, per due volte. Ora se ne riparlerà nuovamente in Cassazione.

A difenderlo sono gli avvocati Maurizio Nucci e Gabriele Volpe. La parte offesa è rappresentata da Amelia Ferrari, mentre il centro antiviolenza “Roberta Lanzino” è parte civile per il tramite di Marina Pasqua.

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