X
<
>

Il tribunale di Paola

Share
2 minuti per la lettura

LONGOBARDI – Cinque assoluzioni e tre rinvii a giudizio: si è concluso così il processo per corruzione elettorale che ha visto indagati funzionari e politici di Longobardi al termine della competizione elettorale del maggio 2019. In particolare, è stata assolta “perché il fatto non sussiste”, dal dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Paola, nella mattinata di ieri – processo celebrato con rito abbreviato – Donatella Attanasio, accusata di ipotesi di corruzione elettorale.

Sentenza di non luogo a procedere per: Mario Veltri (difeso dagli avvocati Provenzano e Santelli); Elena Miceli e Maria Angela Aloe (difese dall’avvocato Alessandro Gaeta), e Nicola Aloe (difeso dall’avvocato Libero Borsani). Infine, sono stati rinviati a giudizio, all’udienza del 9 novembre 2022: Salvatore Carnevale e Mario Aloe per corruzione elettorale, e Andrea Amendola per altre ipotesi di reato.

La Attanasio, difesa dagli avvocati Francesco Santelli e Roberta Provenzano (entrambi del Foro di Cosenza), era stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari nel febbraio del 2021 su richiesta della Procura di Paola, con ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Mesiti, revocata dopo pochi giorni dal tribunale del Riesame di Catanzaro, che aveva scarcerato immediatamente anche l’altro imputato, Mario Veltri (marito dell’Attanasio ed indagato nella medesima vicenda).

I difensori dell’Attanasio sono riusciti a dimostrare la totale assenza di profili di responsabilità penale nella condotta della stessa che in qualità di avvocato, unitamente al coniuge di professione geometra, si era occupata di verificare per conto di alcuni clienti la correttezza delle somme da versare al comune di Longobardi per gli oneri di urbanizzazione per alcune concessioni edilizie.

Queste le dichiarazioni rilasciate a caldo dai legali dell’Attanasio: «Trova oggi epilogo una vicenda particolarmente delicata che ha visto, suo malgrado, come protagonista una seria e stimata professionista». E, ancora: «Oggi la sentenza assolutoria restituisce serenità ad un’intera famiglia, dopo che sia il tribunale della Libertà che la Suprema Corte di Cassazione si erano pronunciati in modo inequivocabile, evidenziando l’inesistenza della contestata corruzione».

La vicenda, lo ricordiamo, risale al 3 febbraio 2021, allorquando il gip di Paola aveva emesso sette misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di corruzione, tentata estorsione, falso e abuso d’ufficio, reati che sarebbero stati commessi in occasione delle elezioni comunali svoltesi nel 2019 a Longobardi.

Fra le persone coinvolte anche un consigliere comunale, un imprenditore, un funzionario e un ex consigliere comunale. Secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte dalla polizia giudiziaria e coordinate dalla procura di Paola, il tentativo di estorsione sarebbe stato commesso nei confronti di una donna per costringerla a non candidarsi con la lista schierata in campo contro quella appoggiata dagli indagati.

Ed è proprio a seguito di questo episodio che la polizia giudiziaria ha messo sotto controllo i telefoni delle persone sospettate, facendo emergere anche altre ipotesi di reato, come abuso d’ufficio, falso e corruzione, quest’ultima realizzata con la promessa di voti in cambio di favori da portare a termine sfruttando gli uffici comunali.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE