Marcello Manna
1 minuto per la letturaCOSENZA – Il penalista cosentino, Marcello Manna, è stato interdetto per un anno dalla professione forense. La decisione, già assunta a gennaio dal Tribunale del Riesame, è stata confermata ieri in Cassazione, rendendo così esecutivo il provvedimento.
Manna, che è anche sindaco di Rende e presidente dell’Anci calabrese, ha già provveduto ad autosospendersi inviando una comunicazione al Consiglio del suo Ordine professionale.
La vicenda è collegata all’inchiesta per corruzione in atti giudiziari che lo vede sotto accusa a Salerno. Secondo l’accusa, infatti, a 30 maggio del 2019 Manna avrebbe consegnato al giudice Marco Petrini, allora presidente di sezione della Corte d’appello di Catanzaro, cinquemila euro in contanti in cambio di una sentenza favorevole a un suo cliente, il boss Francesco Patitucci, in precedenza condannato a trent’anni di carcere per un omicidio.
Rispetto a tali accuse, la Procura di Salerno aveva chiesto anche l’arresto del penalista, senza però ottenere soddisfazione dai diversi Tribunali interpellati. La richiesta di interdizione, invece, è andata a buon fine a differenza di quella di ripristino dell’aggravante mafiosa bocciata dal Riesame e respinta anche ieri in Cassazione.
“Il ricorso della Procura era fondato su due intercettazioni che periziate dai miei consulenti mostrano un contenuto completamente diverso da quello ipotizzato dagli inquirenti”, dichiara a caldo Marcello Manna, annunciando che presto presenterà le “nuove prove” al gip chiedendo la revoca del provvedimento emesso a suo carico.
“Continuo a scontrarmi con prove artefatte o non veritiere” ha poi aggiunto, paventando nuovamente l’esistenza di “fini politici” che qualcuno vorrebbe raggiungere attraverso l’utilizzo “degli apparati giudiziari”.
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