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COSENZA – La Corte d’appello ha confermato ieri la condanna per bancarotta fraudolenta inflitta a novembre del 2019 ad Annunziata Occhiuto, sorella dell’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto e del presidente della Regione Roberto. Un anno e quattro mesi la pena inflitta alla donna alla quale si associa un’interdizione dai pubblici uffici di durata analoga.

La vicenda si riferisce al crac da tre milioni di euro di una società finanziaria, la Ofin srl, di cui l’ex primo cittadino è stato amministratore delegato dal 2006 al 2011. Il fallimento, invece, risale al 2014, data in cui della vicenda cominciano a interessarsi anche la Guardia di finanza e la Procura cosentina.

Annunziata Occhiuto, membro della compagine societaria finita nella bufera, è uscita in anticipo dall’inchiesta optando per il giudizio in abbreviato, mentre suo fratello Mario è tuttora sotto processo davanti ai giudici del collegio cosentino. Con loro era inizialmente indagato anche l’allora capo gabinetto di Palazzo dei Bruzi, Carmine Potestio, la cui posizione però è stata poi archiviata dai magistrati.

A rappresentare in aula la curatela fallimentare della società Ofin srl, costituitasi parte civile, c’era l’avvocato Valerio Vetere; Annunziata Occhiuto, invece, era difesa dall’avvocato Nicola Carratelli.

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