L'ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto
2 minuti per la letturaCOSENZA – L’ex sindaco Mario Occhiuto è stato assolto dall’accusa di diffamazione aggravata nei confronti del presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, per uno scambio di battute al vetriolo risalente al settembre del 2018.
In quel periodo, infatti, Morra pubblicò un video con accuse pesantissime nei confronti dell’allora primo cittadino e quest’ultimo, a stretto giro di posta, replicò dal pulpito di Facebook con un post altrettanto veemente.
Questo il messaggio pubblicato all’epoca da Occhiuto: «C’è un politico locale che mi dicono sia un esperto spargitore di fango, e d’altra parte non credo abbia altre competenze utili da poter mettere a disposizione dei calabresi. Questo signore ha avuto la spregiudicatezza di affermare che il sindaco di Cosenza “ha fatto lavorare la ‘ndrangheta nei maggiori appalti che in passato si sono realizzati a Cosenza”. E così sono stato costretto a presentare formale querela per chiedere che il Morra venga perseguito per il reato di diffamazione aggravata e per quant’altro penalmente rilevante, riservandomi la richiesta di risarcimento del danno in sede civile. Il paradosso è che, da quello che mi dicono (ma io non voglio crederci), un suo stretto congiunto esercita addirittura le sue attività imprenditoriali spesso in società con soggetti in odor di mafia. Ognuno ama la giustizia a casa d’altri».
I due si denunciarono a vicenda, ma solo la querela di Morra è poi sfociata in un’indagine culminata nel rinvio a giudizio di Occhiuto. Le circostanze che hanno portato all’assoluzione dell’imputato sono state essenzialmente due: la prima è che all’epoca dei fatti Morra non era ancora presidente della commissione Antimafia (circostanza che ha escluso l’aggravante ipotizzata) e l’altra è che durante il processo i testimoni hanno confermato che, effettivamente, i soci di un congiunto di Morra avevano ricoperto cariche in compagini colpite da interdittive antimafia. Da qui la decisione del giudice Branda di pronunciare una sentenza di non colpevolezza, epilogo peraltro sollecitato anche dalla pubblica accusa. Anche in questa vicenda giudiziaria Mario Occhiuto era difeso dall’avvocato Nicola Carratelli. (r. c.)
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