Sentenze aggiustate, archiviate le indagini contro l'avvocato Gullo

COSENZA – Mancava solo l’ufficialità, ora c’è pure quella. Le accuse contro il penalista cosentino Luigi Gullo sono state archiviate dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della stessa Procura campana che indaga sul mercimonio di sentenze d’appello messo in piedi dal giudice Marco Petrini.

Tra gli episodi finiti nel calderone, grazie alle indicazioni del giudice reo confesso, c’era pure quello che riguardava Gullo insieme al suo collega Marcello Manna. Petrini, infatti, sosteneva di aver ricevuto da entrambi alcune migliaia di euro in cambio di una sentenza che, in Appello, attestasse l’assoluzione di un loro cliente, il boss Francesco Patitucci, già condannato in primo grado a trent’anni di carcere per l’omicidio di Luca Bruni.

Si tratta di un capitolo molto controverso dell’inchiesta, caratterizzato dalle confessioni di Petrini seguite poi da ritrattazioni e precisazioni che hanno finito per mettere in dubbio la credibilità dell’ex presidente di sezione della Corte d’appello catanzarese.

Alla fine, dopo un paio d’anni, le indagini avviate in quel Salerno su questa vicenda sono culminate nel rinvio a giudizio del solo Manna, che riveste anche il ruolo di sindaco di Rende, e nell’archiviazione delle posizioni del codifensore e dello stesso Patitucci.

Nel frattempo, la sentenza assolutoria che riguarda quest’ultimo è diventata definitiva poiché confermata anche in Cassazione.

Il gip di Salerno ha, inoltre, disposto l’archiviazione, su richiesta della Procura, del procedimento a carico di Francesco Patitucci, come specificato dal difensore Gianluca Garritano: «Si chiude una prima parte importante di una vicenda che ha fatto molto clamore – spiega il legale – È evidente che l’inchiesta presenti molti profili di ambiguità e susciti diverse perplessità, atteso che il presunto beneficiario dell’ipotetica corruzione resta, unitamente ad altri soggetti inizialmente coinvolti, fuori da un procedimento che sin dall’inizio ha presentato criticità e sospetti in ordine alle accuse mosse».