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Mario Occhiuto e Giuseppe Cirò

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COSENZA – Mario Occhiuto è stato assolto dall’accusa di truffa, falso e peculato per una vicenda riferita ai tempi in cui era sindaco di Cosenza e che lo vedeva imputato in concorso con il suo ex segretario Giuseppe Cirò e con due funzionari del Municipio, Bruno Palermo e Ada Francesco Federico.

Occhiuto ha scelto di essere processato con il rito abbreviato e contestualmente alla sua assoluzione, il gup ha disposto il rinvio a giudizio di Cirò e della Federico e il proscioglimento di Palermo.

L’inchiesta aveva per oggetto le spese sostenute dal primo cittadino tra il 2013 e il 2016 per una serie di viaggi istituzionali in realtà inesistenti, ma puntualmente rimborsati dal settore Economato del Municipio guidato prima da Palermo e poi dalla Federico. A incassare materialmente i rimborsi era stato Cirò e, non a caso, in un primo momento la vicenda segnava solo il suo coinvolgimento.

Nel 2017, infatti, Occhiuto si accorge dell’ammanco e dopo aver licenziato il suo collaboratore lo denuncia pure in Procura, ma pochi mesi dopo rimane coinvolto anche lui nella vicenda giudiziaria. Ad accusarlo è proprio il suo ex segretario che da un lato ammette le proprie responsabilità, dall’altro rivela di aver sottratto quelle somme di denaro per assicurare la disponibilità di soldi contanti al suo sindaco. Le indagini si trascinano per qualche anno prima che la Procura si determini a incriminarli entrambi.

Nei confronti di Occhiuto, l’accusa aveva chiesto tre anni e sei mesi di reclusione più la confisca delle somme oggetto di contestazione, in tutto circa centomila euro. L’ex sindaco, però, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” dalle accuse in concorso con Cirò e perché “il fatto non costituisce reato” dalle imputazioni in tandem con gli economi.

Era difeso come al solito dall’avvocato Nicola Carratelli mentre a rappresentare Palermo c’erano gli avvocati Walter Perrotta e Paolo Guadagnuolo. Il processo, dunque, sarà celebrato solo a carico di Cirò e Federico che, difesi rispettivamente dagli avvocati Francesco Chiaia e Mario Ossequio, si presenteranno in aula il prossimo 7 giugno per la prima udienza dibattimentale.

«Quando ti accusano di cose che non hai mai fatto – ha dichiarato a caldo l’ex sindaco Mario Occhiuto – e leggi ricostruzioni assurde inerenti il tuo modo di fare è terribile, perché si tratta di una sensazione brutta, un senso si impotenza che non auguro a nessuno di provare nella vita. Oggi finalmente è stata stabilita la verità. Quella di oggi e la sentenza di ieri confermano che in dieci anni il mio operato è stato sempre limpido».

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