Il tribunale di Castrovillari
2 minuti per la letturaMIRTO CROSIA (COSENZA) – Il Tribunale di Castrovillari, in composizione collegiale, ha assolto «perché il fatto non sussiste» il noto imprenditore locale T. M. dalla gravissima imputazione di estorsione, di cui era accusato in concorso con un altro soggetto residente a Cirò. La Procura della Repubblica aveva avanzato richiesta di condanna a 5 anni di reclusione, tuttavia sono state accolte le tesi difensive dell’avvocato penalista Francesco Nicoletti.
In base alle accuse, i due imputati, in concorso tra loro e in tempi diversi, avrebbero evitato di pagare alcuni lavori mediante minacce sia di morte sia relative al furto e al successivo ritrovamento di un natante. Vittime di tale estorsione sarebbero stati due fratelli, anche loro noti imprenditori di Mirto Crosia, di cui uno costituitosi parte civile nel processo penale al fine di chiedere la condanna di entrambi gli imputati ed un importante risarcimento del danno.
Nella denuncia, i due fratelli riferivano di come gli imputati avessero commissionato dei lavori in ferro da consegnare a Cirò Superiore che, una volta effettuati, non venivano retribuiti. Per come raccontato, gli imputati, dichiaratisi appartenenti ad ambienti malavitosi, avrebbero ordinato ai due imprenditori di desistere da richieste di pagamenti.
Ma l’episodio più grave di minaccia si sarebbe verificato in Germania ai danni di un loro congiunto, titolare di una pizzeria. Quest’ultimo aveva ricevuto una telefonata sull’utenza fissa da parte di un italiano che, con un accento della zona di Cirò, lo invitava ad uscire dal locale per ritirare un pacco. Fuori vi era un’autovettura con a bordo due persone: una scese dalla macchina e lo colpì al capo con un bastone, mentre l’altra impugnava una pistola. Tornato in pizzeria dopo l’aggressione, il malcapitato aveva ricevuto un’ulteriore telefonata di un soggetto che gli riferiva, in dialetto cirotano: “Questo è per tuo padre e per tuo zio….glielo hai detto a tuo padre? Se no andiamo noi a dirglielo”.
Nel corso del processo scaturito dalla denuncia, l’escussione di un Ispettore Superiore della Polizia di Stato si è rivelata cruciale poiché incentrata sulla personalità di uno dei due imputati, descritto come elemento sodale alla cosca Farao – Marincola.
In sede di requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto la condanna di anni 5 di reclusione per ognuno degli imputati. Il Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento delle richieste avanzate dall’avv. Nocoletti, ha assolto entrambi gli imputati “perché il fatto non sussiste”».
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