Tifosi del Cosenza davanti al Tribunale per la prima udienza del processo sulla morte di Denis Bergamini
1 minuto per la letturaCOSENZA – Oggi in Corte d’Assise a Cosenza sono state ricostruite le ultime ore di vita di Donato Denis Bergamini durante il processo che tenta di fare luce sulla morte del calciatore avvenuta il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico.
Ascoltati gli operatori di polizia giudiziaria Ornella Quintieri e Pasquale Pugliese che di Bergamini hanno parlato come di un ragazzo sereno. Denis Bergamini, il giorno della sua morte, terminò l’allenamento intorno alle ore 11.30 e una volta tornato in albergo – secondo le testimonianze – ricevette una telefonata che influì negativamente sul suo umore.
«Dopodiché – hanno ricostruito gli operatori di polizia – i calciatori uscirono per andare al cinema Garden. Prima, però, Denis fece una telefonata dalla cabina spendendo 200 lire. Al cinema di Rende non rimase fino alla fine, ma uscì dalla sala per andare a prendere Isabella Internò. A riferirlo è una testimone che saluta entrambi».
Secondo la ricostruzione, dunque, inizia alle 16.15 del 18 novembre del 1989 il viaggio verso la costa ionica cosentina, dove Bergamini e la Internò (unica imputata nel processo) arriveranno verso le 17.30, orario in cui il maresciallo Barbuscio li blocca lungo la statale 106.
«Denis si fermò all’alt, ma gli operatori – hanno riferito i testi – lo fecero passare in fretta perché in realtà cercavano una Opel, perché nelle ore precedenti c’era stata una rapina. Bergamini in questa occasione tentò di dare la patente a Barbuscio, ma quest’ultimo lo sollecitò a ripartire. Nelle annotazioni di servizio riferirà che a bordo della Maserati c’erano Denis e una ragazza, poi identificata in Isabella Internò sul luogo della tragedia».
Il processo è stato poi aggiornato al 30 novembre prossimo.
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