Donato Bergamini
1 minuto per la letturaCOSENZA – Servirà un processo per stabilire se il 18 novembre del 1989 il calciatore Donato Bergamini sia stato ucciso al km 401 della Strada statale 106 con un finto investimento architettato per coprire le prove di un omicidio.
E sarà sempre il dibattimento che avrà inizio il prossimo 25 ottobre a dover accertare se di quella presunta macchinazione abbia fatto parte Isabella Internò, 52 anni, l’unica imputata di questa vicenda e testimone oculare di quello che per trent’anni è stata una tragedia in bilico tra l’incidente e il suicidio.
La donna, all’epoca diciannovenne, è stata rinviata a giudizio al termine di un’udienza preliminare cominciata lo scorso 2 settembre e conclusasi intorno alle 13 di oggi. Circa tre ore è durata l’arringa difensiva dell’avvocato Angelo Pugliese, che ha illustrato le tesi della difesa chiedendo il non luogo a procedere per la propria assistita, e solo un’ora dopo il gup Lelio Festa ha ufficializzato una decisione che era già nell’aria. Se ne riparlerà tra poco più d’un mese davanti ai giudici della Corte d’assise di Cosenza.
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