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Franco Muto

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CETRARO (COSENZA) – Il potente boss di ‘ndrangheta Franco Muto, alias “il re del pesce”, finisce agli arresti domiciliari a seguito della recente di condanna della Corte d’Appello di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta “Frontiera”.

L’anziano storico capomafia del “locale” di Cetraro, noto anche come “o’ luongo”, non potrà comunicare per telefono o per via informatica con persone diverse dai familiari conviventi. L’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Paola, agli ordini del capitano Giordano Tognoni.

Il provvedimento è stato spiccato oggi dalla Corte d’Apello sulla base della richiesta avanzata dal Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro a fronte della Sentenza della Corte d’Appello di condanna a 20 anni di reclusione.

Franco Muto, assolto il 4 luglio del 2019 dal Tribunale di Paola – nell’ambito del procedimento Frontiera – dalla contestazione associativa e condannato per il solo reato di elusione del provvedimento di confisca della ditta Eurofish di Cetraro (avente ad oggetto il commercio all’ingrosso di prodotti ittici freschi e congelati), è stato poi condannato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. alla pena di 20 anni di reclusione, in Appello, essendo stato ritenuto promotore, con compiti di direzione di tutta l’attività della cosca e con il compito di difendere ed ampliare, anche in Lucania ed in Campania, il proprio monopolio nell’offerta del pescato.

Nella richiesta di emissione del provvedimento cautelare, il Procuratore Generale, dopo aver evidenziato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato associativo, desumibili dall’intervenuta pronuncia di condanna, si è soffermato sulla sussistenza di esigenze cautelari, anche considerata la posizione mantenuta da Muto all’interno dell’omonima associazione criminale.

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