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La cabina distrutta nell'incidente

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Chiarire la reale proprietà dell’impianto, quindi verificare gli aspetti tecnici che avrebbero potuto provocare la tragedia, senza escludere accertamenti sulla corretta gestione dell’impianto. All’indomani della strage sul Mottarone, con la caduta della funivia che ha provocato 14 morti, la Procura di Verbania sta compiendo degli accertamenti mirati, decidendo di non iscrivere nessuno, al momento, sul registro degli indagati.  

La Funivia del Mottarone è sempre stato un impianto di proprietà regionale, affidato in concessione ad una Srl, la “Ferrovia del Mottarone” con sede ad Arona. In occasione dell’ultimo importante intervento di manutenzione, tra il 2014 e il 2016, cofinanziato dalla Regione Piemonte e dal Comune di Stresa, fu però firmato un accordo di programma che prevedeva il passaggio della titolarità dell’impianto al Comune di Stresa.  

Gli atti dicono questo, ma sull’effettivo passaggio non c’è chiarezza. Per questo, il procuratore Olimpia Bossi ha spiegato che la verifica di questo aspetto è in corso. Evidente, infatti, che qualora la procedura non fosse stata completata cambierebbe il profilo delle responsabilità. 

I dubbi sulla gestione 

Ma la proprietà dell’impianto non è l’unico aspetto che bisogna chiarire. Spulciando gli atti che riguardano la struttura, spuntano diverse interpellanze da parte di consiglieri regionali che avevano evidenziato, in passato, una scarsa manutenzione.

Tesi ricostruita oggi da diverse testate giornalistiche, secondo le quali la società “Ferrovie del Mottarone” avrebbe gestito l’impianto per quasi trenta anni, fino a quando, nel 1997, sarebbe stato riscontrato «un grave degrado dell’impianto». Quattro anni dopo, però, la gestione è tornata in mano alla stessa società fino al 2014, quando sarebbe stato evidenziato ancora degrado e sarebbe andata deserta la gara per la concessione della funivia. Subito dopo, però, la gestione tornò in capo alla “Ferrovie del Mottarone” che affidò l’incarico di manutenzione al colosso Leitner con sede in Alto Adige.  

Le ipotesi della Procura 

Il procuratore della Repubblica, Olimpia Bossi, ha scelto di evitare «iscrizioni inutili» sul registro degli indagati, rivolgendo le indagini sugli aspetti tecnici partendo dal cavo della funivia tranciato di netto e dal sistema dei freni di sicurezza che non ha funzionato. 

Il magistrato ha spiegato: «Il motivo per cui è accaduto sarà oggetto di uno specifico accertamento, attraverso l’affidamento di un incarico di consulenza tecnica». L’ipotesi della procura è quella di disastro colposo «con una fattispecie particolare – ha detto Bossi – che è quella di attentato alla sicurezza dei trasporti».  

La società si dice “provata” 

L’avvocato Pasquale Pantano, che assiste il gestore della società “Ferrovie del Mottarone”, Gigi Nerini, ha dichiarato che l’uomo «è molto provato» e «al momento non è chiaro quello che è successo».  

«e cause non sono chiare – ha aggiunto il legale all’AGI – sappiamo che si è rotto il cavo trainante, il resto sono solo ipotesi. I controlli sono stati fatti in questi anni, è una funivia vecchia ma “aggiornatissima” nel senso che è stata sottoposta a ripetute verifiche». 

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