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COSENZA – Il padre è parente del boss catanese Nitto Santapaola e sarebbe legato alla criminalità organizzata e per questo coinvolto in una operazione di polizia. Per tale motivo Pietro Junior Santapaola, attaccante della Primavera del Cosenza Calcio – compirà 18 anni a novembre – sarebbe stato escluso dalla squadra e allontanato.

A sostenerlo è l’avvocato Silvestro Salvatore, legale di Pietro Junior che stamani ha presentato una formale denuncia alla Procura della Repubblica di Cosenza nei confronti del Cosenza Calcio dopo che la notizia circolava già da qualche giorno (LEGGI).

Il giovane, è scritto nell’atto, è stato «allontanato dal direttore sportivo del Cosenza Calcio dalla seduta di allenamento del 3 marzo scorso e poi allontanato definitivamente dalla squadra e costretto a lasciare il convitto dove risiedeva in data 10/3/2021, perché affetto dal virus della mafiosità».

Secondo quanto riportato nell’esposto, il giovane attaccante non ha collegamenti con gli ambienti criminali e il suo sogno resta quello di giocare a calcio e diventare un professionista. L’invito a non prendere parte agli allenamenti, secondo quanto si legge ancora nella denuncia, sarebbe arrivato «per volere del presidente Guarascio dopo aver appreso delle vicende giudiziarie del padre di Pietro Junior, coinvolto nell’operazione Beta».

L’accusa più grave mossa, riguarda la possibilità, paventata dal presidente Guarascio – sempre secondo quanto si legge nella querela – «che il ragazzo potesse rendersi protagonista di rapine o lesioni gravi nei confronti dei compagni di squadra».

Secondo il legale, persistono le condizioni che prefigurerebbero il «reato di mobbing, con la reiterata ostilità del datore di lavoro nei confronti del dipendente». La stessa denuncia sarà trasmessa agli organi ispettivi della Lega Calcio.

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