Controlli dei carabinieri a Scalea
2 minuti per la letturaSCALEA (COSENZA) – Nove misure di custodia cautelare (di cui 3 in carcere e 6 agli arresti domiciliari) e 5 misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio con divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale. E’ il bilancio di un’operazione dei Carabinieri scattata stamane sull’alto Tirreno cosentino nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata ai danno dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità.
Fra le persone arrestate, l’ex sindaco di Scalea ed ex consigliere provinciale di Cosenza Mario Russo (LEGGI L’ANTICIPAZIONE), indagato nella sua funzione di medico legale dell’Asp cosentina.
Russo, in servizio nel Distretto tirrenico dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, secondo l’accusa, «ha mercificato la sua funzione piegandola, anche a fini personali, ed ha posto in essere, con altri indagati, un rilevante numero di illeciti inerenti le visite per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di cui alla Legge 104/94, le visite per il rilascio/rinnovo delle patenti di guida e le visite per il rilascio di certificati di idoneità per la detenzione ed il porto di armi».
Gli arresti sono stati eseguiti a Scalea, Praia a Mare, Diamante, Bonifati, Santa Maria del Cedro e Maratea, dai carabinieri della compagnia di Scalea. Contestualmente, sono state sospese dall’esercizio commerciale con divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale tre ditte di onoranze funebri, mentre per cinque autoscuole è stato disposto il sequestro preventivo con interdizione dell’esercizio dell’attività.
Nell’ambito dell’operazione, denominata in codice “Re nudo”, sono stati eseguiti numerosi sequestri preventivi diretti o per equivalente sul profitto dei reati di concussione, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità, su ratei di pensione indebitamente percepiti e sul profitto percepito per i reati di truffa aggravata, per un totale complessivo di 635.604 euro.
Le indagini sono state avviate e coordinante originariamente dalla Dda di Catanzaro e, dopo la trasmissione degli atti per competenza, sono state proseguite dalla Procura della Repubblica di Paola, alla quale è stato anche applicato, per lo specifico procedimento, un magistrato della stessa Direzione Distrettuale Antimafia.
Alla base dei provvedimenti anche intercettazioni telefoniche, ambientali e informatiche. L’indagine è partita all’indomani dell’ operazione antimafia “Plinius 2” e avrebbe permesso di disvelare un «radicato e diffuso» sistema di corruzione nella sanità pubblica del Tirreno cosentino, che si reggeva sulla figura proprio del medico legale.
I reati sarebbero stati commessi nell’ambito della Commissione per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di Diamante; dell’attività di medico certificatore per il rinnovo delle patenti di guida dell’ufficio Asp di Scalea e in materia di visite necroscopiche.
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