Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni
2 minuti per la letturaSCALEA (COSENZA) – Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha sconfessato le motivazioni contenute nell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola rispetto alle richieste della Procura della Repubblica diretta dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, nell’ambito della inchiesta “Matassa”, a carico di cinque commercialisti dell’Alto Tirreno cosentino. Le accuse sono associazione a delinquere e concorso nel reato.
E’ l’ennesimo risultato positivo raccolto dal pool di magistrati guidati dal dottor Pierpaolo Bruni rispetto ai blitz eseguiti sul litorale tirrenico nei confronti di pubblici amministratori. Solo pochi giorni fa, com’è noto, è stata la Cassazione a convalidare ancora una volta l’azione della Procura paolana su un’altra inchiesta di rilievo: quella sull’assenteismo all’Asp a carico di impiegati dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza che vedeva coinvolto anche l’ex sindaco scaleoto Gennaro Licursi. Per quanto concerne, infatti, le posizioni dei dirigenti Paolo Filice e Angela Riccetti, la Cassazione ha annullato le ordinanze del Riesame che smentivano la tesi della Procura rispetto alla ipotesi di reato di cui alla truffa, dando ragione ai magistrati di Paola e ripristinando gli effetti delle misure interdittive spiccate a suo tempo (sospensione dal servizio).
Dunque, i magistrati paolani hanno incassato, uno dietro l’altro, due importanti risultati sul campo.
Tornando, infatti, a “Matassa”, il Tdl ha sconvolto il dispositivo emesso dal Gip rispetto alle ordinanze a carico dei tre commercialisti (Lorenzo Guagliano, Ciriaco Monetta e Antonio Perricone), avvalorando la tesi del procuratore capo Pierpaolo Bruni e del sostituto procuratore Maria Francesca Cerchiara. Su Monetta, infatti, il Tdl afferma: “A differenza di quanto argomentato dalla difesa e dal Gip il collegio ravvisa anche la sussistenza del dolo sia sotto il profilo conoscitivo che volitivo del delitto di cui agli articoli 416 e 110. Il Monetta si è relazionato direttamente con il Ruggerini soggetto ideatore e promotore del sodalizio”. Anche su Guagliano il Tdl sconfessa il Gip: “Non vi sono dubbi sulla configurabilità del concorso esterno rispetto all’associazione a delinquere semplice oltre che per il reato di associazione di tipo mafioso”. Si ritiene, quindi, secondo i Giudici, sussistente il dolo.
Su Perricone, infine, il “Tribunale del Riesame ritiene di dover esprimere la fondatezza della contestazione di concorso esterno. Non vi sono dubbi sulla configurabilità di un concorso esterno”.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA