Il carcere di Rossano
1 minuto per la letturaROSSANO (COSENZA) – «Non abbiamo ricevuto nessuna informazione ufficiale su un eventuale trasferimento del nostro assistito nel carcere di Rossano. Se fosse vero la vendetta dello Stato italiano contro Battisti continua». Così l’avvocato Gianfranco Sollai, che difende insieme al collega milanese Davide Steccanella Cesare Battisti, in merito a notizie di stampa su un possibile trasferimento dell’ex terrorista dei Proletari armati per il Comunismi dal carcere oristanese di Massama al carcere di Rossano (LEGGI), in Calabria, nel reparto Alta Sicurezza AS2.
Da cinque giorni Battista ha iniziato lo sciopero della fame proprio per chiedere il trasferimento in un’altra struttura, dichiarandosi «prigioniero di uno Stato vendicativo». Ma la soluzione ipotizzata nella struttura di Rossano non piace per nulla ai suoi difensori.
«Battisti è sempre sotto l’occhio del ciclone. Se fosse confermato il trasferimento – spiega all’ANSA Sollai – andrebbe a finire in alta sorveglianza con un gruppo di islamici. La finalità risocializzante e rieducativa della detenzione viene messa nel cassetto, i principi costituzionali non si rispettano. Quanto al mantenimento della classificazione in AS2, c’è da chiedersi quali sono gli elementi che fanno ritenere al Dap che Battisti, dopo oltre 40 anni dai fatti, sia tuttora pericoloso».
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