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Una pattuglia dei carabinieri di Cosenza

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COSENZA – A Cosenza e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) è stata portata a termine una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza volta a disarticolare un gruppo criminale, operante nel “Villaggio degli zingari” di Cosenza, specializzato in furti di auto, estorsioni, furti aggravati e cessione di sostanze stupefacenti.

L’operazione, denominata “Gazze Ladre”, vede oltre 150 militari impegnati nella esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal gip di Cosenza su richiesta della locale procura, nei confronti di 17 soggetti indagati, a vario titolo, per i reati in concorso di furto aggravato, tentato furto con strappo, ricettazione, estorsione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento e detenzione illegale di armi.

Lo scorso mese di luglio era stata portata a termine una operazione con la quale si contestavano reati identici nella stessa area di Cosenza (LEGGI).

Tra gli episodi evidenziati anche un tentato furto con strappo, 9 episodi di furti e ricettazioni di veicoli (di cui 3 furgoni e 6 autovetture), seguiti da 6 estorsioni consumate per la restituzione degli stessi, 9 furti aggravati commessi ai danni di istituti scolastici, strutture sportive, depositerie di pullman, associazioni di beneficenza, nonché numerose cessioni di sostanze stupefacenti, tutti fatti perpetrati da novembre 2018 a settembre 2019.

L’indagine, avviata dai militari dalla Stazione di Cosenza Principale dal mese di novembre 2018 e coordinata dal procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo e dal sostituto procuratore Giuseppe Visconti, è stata condotta dopo il furto di un’autovettura successivamente utilizzata per effettuare una rapina nela clinica “San Bartolo” a Mendicino, nel corso della quale tre malviventi, con il volto travisato da passamontagna ed armati di pistola, avevano asportato la somma di circa 10.000 euro custodita all’interno della predetta struttura.  

Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di far luce su numerosi e gravi reati, commessi da diverse persone, molte già note alle forze dell’ordine, che operavano nell’area urbana di Cosenza.

Le indagini hanno anche permesso di individuare due persone che stavano pianificando uno “scippo” ai danni di un’imprenditrice edile di Cosenza, la quale si recava in alcuni giorni della settimana in una banca del capoluogo bruzio per versare gli introiti della propria azienda. Episodio impedito grazie alla presenza dei carabinieri intervenuti nei pressi della filiale bancaria. Lo “scippo” era stato pianificato da parte degli indagati con minuzia di particolari, attraverso sopralluoghi andati avanti per oltre un mese. Il giorno designato, gli indagati hanno utilizzato una moto con targa contraffatta, indossando caschi integrali e seguendo la vittima fino ad un attimo prima di entrare in azione. La presenza di alcuni militari in borghese li ha, però, fatti desistere.

Proprio le intercettazioni hanno permesso di documentare le dinamiche interne di un collaudato gruppo criminale, composto in gran parte da soggetti di etnia “rom” del “Villaggio degli Zingari”, specializzato in furti di auto ed estorsione.

A differenza di quanto appurato nell’indagine “Gipsy village”, dello scorso 14 luglio, dove i fermati contattavano direttamente i proprietari, sul luogo del furto o telefonicamente da cabine telefoniche, per concordarne la restituzione dietro pagamento di denaro, nell’operazione “Gazze Ladre” gli indagati, dopo aver trafugato i veicoli, attendevano che venissero contattati dalle vittime che si recavano direttamente al cosiddetto “villaggio degli zingari”, per ottenere la restituzione dell’autovettura, dietro la corresponsione di una somma di denaro che variava da 300 a 2.500 euro. Facendosi forti della caratura criminale acquisita nel tempo e delle errate consuetudini diffuse in città, gli indagati intimorivano le proprie vittime con la minaccia di distruzione dell’autovettura qualora non venisse corrisposta la somma di denaro richiesta per la restituzione. 

I furti di autovetture, compiuti in orario diurno o al massimo serale, ma mai di notte, venivano organizzati con minuzia di particolari  e sistematicità, al punto che da una intercettazione ambientale emergeva addirittura l’esistenza di una “lista” di auto da rubare, tanto è vero che in un passaggio dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Cosenza, alla segnalazione di uno di essi di prendere una Fiat Punto, l’altro rispondeva: “Sulla lista abbiamo una Multipla, dobbiamo prendere la Multipla! … poi domani è un altro giorno”.

Le auto rubate venivano quindi portate, in tutta fretta, al “villaggio”, dove venivano perquisite e svuotate di tutto il materiale utile, venendo poi spostate, con apposita “staffetta” in vie secondarie della città dove venivano parcheggiate in attesa di essere restituite ai legittimi proprietari a seguito del pagamento di una somma di denaro.

Durante le indagini sono stati registrati anche numerosi episodi di furto commessi all’interno di istituti scolastici, cantieri edili, depositerie di autobus, strutture sportive ricadenti nei Comuni di Cosenza, Rende e dell’hinterland cosentino.  Gli episodi registrati hanno per lungo tempo destato grave allarme sociale per il tipo di beni sottratti e per la violenza commessa sulle cose.

Un furto particolarmente odioso, così come descritto dai carabinieri, è stato commesso ai danni di una mensa per indigenti di Cosenza, gestita da alcuni volontari che cucinano pasti per persone in difficoltà. I malviventi sono riusciti ad asportare tutta l’attrezzatura della cucina, comprensiva di un bollitore ed una friggitrice, causando ingenti danni all’immobile per la rottura delle tubature dell’acqua che provocarono l’allagamento dei locali.

Infine, per quanto riguarda l’attività di spaccio di droga, nel corso delle attività tecniche sono emerse diverse cessioni di cocaina, commesse da alcuni degli indagati, tra i quali, purtroppo, un poliziotto all’epoca dei fatti in servizio alla Prefettura di Cosenza e che veniva, poco tempo dopo, tratto in arresto dalla Squadra Mobile della Questura per detenzione abusiva di arma da fuoco.

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