Il sequestro dell'area
3 minuti per la letturaCOSENZA – La Guardia di finanza di Cosenza sta procedendo al sequestro preventivo di piazza Bilotti, spazio urbano ubicato nel centro di Cosenza. Il provvedimento è stato disposto su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri.
Sigilli anche al parcheggio sotterraneo dove i finanzieri stanno invitando gli automobilisti presenti a spostare dall’area le proprie vetture. Al momento non si conoscono altri dettagli in merito alla motivazione e a eventuali indagati, anche se l’area è al centro di due inchieste della magistratura.
Sul posto anche gli uomini della polizia municipale di Cosenza. Nell’ambito delle indagini sono stati notificati tredici avvisi di garanzia e tra questi c’è anche il sindaco Mario Occhiuto.
Il sequestro è stato disposto per le ipotesi di reato di falso, relativi agli atti della procedura di collaudo dei lavori di intervento di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo- culturale della Piazza. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il sostituto procuratore Veronica Calcagno, e il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.
Il provvedimento si è reso necessario per scongiurare che, dal perdurante utilizzo della stessa, per manifestazioni pubbliche, potesse derivarne pericolo per la pubblica incolumità.
L’operazione, denominata “Piazza Sicura”, è intervenuta nell’ambito delle indagini connesse alla gestione dell’appalto per la “riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale di Piazza “Carlo Bilotti” e realizzazione di un parcheggio interrato,” – del valore di 15.755.000 euro di cui 11.993.778,35 di finanziamento pubblico ed 3.761.221,65 a carico del privato imprenditore – e relative alle ipotesi di reato, riguardanti pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti, indagati, a vario titolo, per falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, mancanza del certificato di collaudo, e con la previsione, per uno degli indagati, dell’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare le attività della cosca Muto di Cetraro.
In particolare, le indagini, svolte mediante attività tecniche d’intercettazione e minuziosa attività di riscontro documentale, hanno permesso di delineare le ipotesi di diversi reati di falso, finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo, di rivelazione di segreto, posta in essere da un pubblico dipendente in relazione ad attività ispettive che dovevano essere avviate sul cantiere, e affidamento e frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi posti dalla normativa vigente in materia di appalti.
Con riferimento specifico al provvedimento di sequestro, dalle attività di indagine è emerso che, la cerimonia pubblica di inaugurazione di piazza Bilotti, al termine dei lavori di riqualificazione, avvenuta il 17 dicembre 2016 con la presenza di migliaia di persone, è stata svolta in mancanza del certificato di collaudo, condizione imprescindibile all’apertura al pubblico della fruibilità dell’opera pubblica. Il collaudo dell’opera, formalmente eseguito in data successiva all’inaugurazione (ovvero il 30 dicembre 2016), dalla ricostruzione investigativa risulta effettuato sulla scorta di un certificato ritenuto ideologicamente falso, nel quale è stata attestata la corretta esecuzione delle opere a fronte di fessure e crateri riscontrate sulle travi portanti della piazza, non ancora effettivamente riparate a quella data.
Secondo gli inquirenti, il collaudo sarebbe stato effettuato dopo le pressanti richieste dell’amministrazione comunale di Cosenza, legate anche alla volontà di non spostare in altro luogo il concerto di fine anno 2016, evento effettivamente tenutosi. Dalla ricostruzione investigativa, risulta, inoltre, il deposito, presso i competenti uffici della Regione Calabria e del Comune di Cosenza, di documentazione attestante prove tecniche su strutture e materiali, nella realtà non ancora effettuate.
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