Mario Occhiuto
3 minuti per la letturaROMA – La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, per l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini e per altre 25 persone con l’accusa di associazione a delinquere.
Nel dettaglio, il sostituto procuratore Alberto Galanti ha chiesto in totale il rinvio a giudizio per 27 persone accusate, a vario titolo e a seconda della posizione, di essersi tra l’altro appropriati di denaro pubblico destinato a progetti ambientali all’estero e in Cina. In particolare, scrive la Procura «il sindaco di Cosenza, architetto, grazie a società a lui riconducibili, ha sviluppato numerosi progetti nella Repubblica popolare cinese finanziati o cofinanziati con fondi provenienti dal ministero dell’Ambiente italiano e, nello specifico, dalla direzione generale già retta da Corrado Clini».
Dal canto suo il primo cittadino di Cosenza ha chiarito di essere «sicuro in coscienza di non aver commesso alcun reato che mi viene contestato, sono convinto che nelle successive fasi processuali sarà riconosciuta la mia estraneità ad ogni ipotesi accusatoria».
«Sono sicuro in coscienza di non aver commesso alcun reato che mi viene contestato», afferma il sindaco Mario Occhiuto in merito alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma riguardo all’inchiesta che lo vede coinvolto insieme, fra gli altri, all’ex ministro Corrado Clini. «Siamo ancora in una fase procedimentale nella quale gli elementi istruttori non sono valutati con il rigore della certezza, ma sono convinto che nelle successive fasi processuali sarà riconosciuta la mia estraneità ad ogni ipotesi accusatoria» conclude il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.
«Finalmente – ha dichiarato l’ex ministro Clini – avrò l’opportunità di raccontare ai giudici anche i contenuti e i risultati del mio lavoro in 25 anni di attività al Ministero dell’Ambiente».
Clini ha precisato che «nel giugno 2018 la procura ha finalmente concluso le indagini su di me e depositato oltre 40 mila pagine di documenti. Finalmente, perché le indagini erano state avviate nel 2013. Avevo messo subito a disposizione tutta la documentazione sul mio lavoro e avevo chiesto inizialmente di essere sentito, invano. Finalmente, perché ho potuto avere visione delle presunte prove della mia colpevolezza: veramente presunte perché dai documenti risulta prevalentemente il mio lavoro, in Italia e in molti altri paesi tra i quali i Balcani, la Cina, i paesi del Nord Africa, le Piccole isole del Pacifico, gli USA, il Brasile».
Nel dettaglio, l’ex ministro ha affermato che il suo «lavoro (oltre 2.000 progetti cofinanziati con oltre 500 milioni di euro dalla Commissione Europea e dalle Istituzioni finanziarie internazionali) ha avuto riconoscimenti unanimi e molto prestigiosi, dalle Agenzie delle Nazioni Unite alla Banca Mondiale, dalla Commissione Europea alle università italiane e internazionali (Harvard tra tutte), da agenzie e società internazionali di certificazione», aggiunge Clini.
«Un anno dopo la conclusione delle indagini – prosegue – apprendo dalla stampa che sarebbe stata richiesto il rinvio a giudizio per me e per decine di esperti e professionisti che hanno condiviso il mio lavoro. E naturalmente le notizie di stampa non riferiscono alcuna informazione sui risultati del mio lavoro: a questo proposito suggerisco di chiedere al Ministro dell’Ambiente Costa come mai sarà in visita il prossimo 13 giugno in Cina nell’Università Tongji di Shanghai dove abbiamo realizzato iniziative ‘simbolo’ per l’Italia che la Procura della Repubblica di Roma considera ‘corpo del reato’. E ancora non sarebbe male acquisire dal Comune di Cosenza i documenti, tutti pubblici, che fanno riferimento ai risultati raggiunti dal sindaco Occhiuto e dall’assessore Hauser».
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