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Mario Occhiuto

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COSENZA – «Sono sereno però resto perplesso, visto che dallo scorso 13 aprile, quando a Lamezia ho annunciato la mia candidatura a governatore della Calabria, ho ricevuto alcune notifiche giudiziarie, una dietro l’altra. Sarà una coincidenza, ma la mia perplessità riguarda la tempistica».

Questo il commento del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, rispetto all’avviso di garanzia con l’accusa di bancarotta fraudolenta (LEGGI LA NOTIZIA) che lo ha raggiunto questo mattina. Occhiuto, nei giorni scorsi aveva lanciato la sua candidatura a presidente della Regione (LEGGI LA NOTIZIA) e ieri ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini nell’ambito dell’inchiesta denominata Passepartout (LEGGI). Lo stesso Occhiuto ha negato ogni contestazione (LEGGI) rispetto all’indagine in cui sono coinvolti altri esponenti politici tra cui Mario Oliverio. 

«Mi è stato notificato – ha proseguito questa mattina – un avviso di conclusione indagini per fatti che risalgono al 2006 e fino al 2011, relativi a una società, la Ofin srl, fallita nel 2014, di cui ho fatto parte come amministratore delegato. Tengo a precisare che si tratta di una società che ho lasciato non appena diventato sindaco, come tutte le altre in cui ero presente prima dell’elezione al Comune di Cosenza».

«Non ho ancora avuto modo di visionare gli atti – afferma il Sindaco di Cosenza – e con il mio legale di fiducia provvederò a fornire i chiarimenti del caso. Appare strano comunque che la notizia della vicenda sia stata diffusa così velocemente da arrivare quasi prima alla stampa che al sottoscritto, sebbene pare che sia stato un esponente politico attualmente al potere ad avere premura di diffonderla immediatamente contattando finanche le televisioni nazionali. Ma posso dire di sentirmi sereno perché dalle ipotesi di accusa sono fatti di cui posso dimostrare una condotta legittima».

«Continuerò ad andare avanti tranquillo per la mia strada – conclude Occhiuto – con la coscienza a posto e difendendomi nelle sedi opportune, consapevole di avere sempre lavorato nel rispetto delle regole, ispirato a principi di onestà e di bontà. Non posso non rilevare, tuttavia, il rammarico di vivere determinate circostanze in un periodo difficile caratterizzato da movimenti che istigano all’odio e alla gogna mediatica». 

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