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Il piccolo Cocò Campilongo

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COSENZA – La Corte di Assise di Cosenza, presieduta da Giovanni Garofalo con a latere Francesca De Vuono, ha condannato, in primo grado, all’ergastolo e all’isolamento diurno per sei mesi, oltre al risarcimento delle spese legali, Cosimo Donato, 40 anni, e Faustino Campilongo, 41 anni, accusati di essere gli autori della strage in cui furono uccisi il piccolo Cocò Campolongo, di soli 2 anni, suo nonno Giuseppe Iannicelli, 52 anni, e la compagna Ibtissam Touss, 27enne.

I tre vennero uccisi il 16 gennaio del 2014, a Cassano allo Ionio, nel Cosentino (LEGGI LA NOTIZIA). Donato e Campilongo, noti come “topo” e “panzetta”, avevano come obiettivo Iannicelli, che però, forse per usarlo proprio come scudo, portava spesso con sé il nipotino. La sua morte efferata, visto che il piccolo sarebbe stato prima fatto oggetto di colpi di pistola e poi dato alle fiamme nell’auto del nonno, fece molto scalpore.

L’OPERAZIONE CHE PORTO’ AGLI ARRESTI DEI RESPONSABILI 

Papa Francesco, dopo quel fatto di sangue, visitò anche Cassano e da Sibari lanciò la scomunica contro i sodali della ‘ndrangheta. Per i due condannati, la strage doveva servire a salire di grado nella criminalità organizzata. Tutto sarebbe partito da un regolamento di conti nell’ambito del traffico di stupefacenti. 

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